Finalmente un’orchestra da camera barocca capace di rigore filologico senza ridicoli atteggiamenti talebani (quali ad esempio – in certi casi – ridicoli travestimenti d’antan). Il complesso è assai noto nei circoli culturali del settore e ha offerto un concerto di alta qualità imperniato su un ventaglio di autori, da Biber a Corelli passando per Telemann Vivaldi, Locatelli e il meno noto (ma ugualmente valido) Pez. Rigore stilistico, affiatamento, calibrazione del suono (addirittura spostando in un caso i flauti nel retropalco per evitare sonorità eccessive e prevalenti) e tecnica esecutiva di altissima qualità sono i suoi indiscutibili meriti. Fra gli strumentisti da citare le bravissime Anna Fusek (flauto) e Xenia Löffler (oboe e flauto dolce) che hanno saputo destreggiarsi magistralmente con gli strumenti barocchi (quelli – per intenderci – privi delle chiavi meccaniche oggi in uso). Un concerto di grande livello, applaudito calorosamente dal pubblico e concluso (come poteva essere diversamente?) con un tempo del IV concerto brandeburghese che ha naturalmente suscitato l’entusiasmo degli spettatori. Interessanti ma discutibili le tesi di Fabrizio Festa nella breve conversazione che ha preceduto il concerto. Illudersi di impostare una sensibilità di fruizione dei brani corrispondente ai tempi in cui furono composti sperando di scrollarsi di dosso la nostra storia per ricostruire la sensibilità e l’ambiente esecutivo del tempo (i brani eseguiti non erano certo previsti per un uditorio di 1.200 persone!) è operazione utopica e anche ingiusta. Non siamo forse anche oggi, con la nostra sensibilità moderna, in grado di capire e godere della musica del passato (cosa che naturalmente vale anche per i romantici, i post- romantici etc.)? Comunque un bel regalo di Natale da parte di Musica Insieme.
PS Qualcuno mi ha accusato di scrivere solo posts negativi (per lo meno nella maggioranza dei casi). Ne ho riletti alcuni dei più recenti e le cose stanno diversamente: non so se sia un merito o un demerito ma questa è la realtà.
Blogposts translations are available!
With Windows PC just select in the right box your language and then activate “traduci” or “translate“: the posts are (often very, very, very badly) automatically translated (Google translator).
Apology: in some cases (i.e. german) the translation can be totally meaningless.





E’ vero, Professore, la musica pre- Beethoven ( chiamiamola cosi) necessiterebbe di spazi piccoli e raccolti, gli stessi per i quali veniva scritta ed eseguita. Se posso permettermi di interloquire con un esperto come lei, la medesima cosa sarebbe auspicabile per il Lied, Schubert in primis.
La mia più bella esperienza è stata una trentina di anni fa, nella piccola Kurshalle di Bad Tolz con Schreier che cantava ( centellinava) il Winterraise. Lo potevi fisicamente toccare, il silenzio era assoluto ( nessuna caramellina spasmodicamente cercata nella borsa) e nessuno, nonostante l’ età media assai alta dei frequentatori di quelle terme, tossiva.
"Mi piace""Mi piace"
Perfettamente d’accordo!
"Mi piace""Mi piace"
Peccato non esserci stata…
"Mi piace""Mi piace"
Condivido il giudizio di Kurvenal sul bellissimo concerto della Alte Musik. La perfetta fruizione delle sonorità degli strumenti impiegati era però purtroppo possibile solo dalle prime file. Il Manzoni non ha una buona acustica, e tantomeno è adatto all’ ascolto di strumenti come il liuto e il cembalo( quasi impercettibili).
D’altronde, presumo che il cachet della celebre ensemble barocca, non permetta di organizzare concerti in piccole sale . A Bologna poi , a parte il teatro comunale, dove si trova una sala con una ottima acustica?
"Mi piace""Mi piace"
Assolutamente vero…
"Mi piace""Mi piace"
Non ragioniam di lor, ma guarda e passa…..
"Mi piace""Mi piace"
Mi pare di averlo già sentito altrove….
"Mi piace""Mi piace"