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Ma perchè per assistere a un bello spettacolo dopo la miseria del teatro Comunale di Bologna bisogna emigrare alla Scala? Eppure il teatro bolognese è stato nel passato capace di grandi produzioni: il Ring degli anni ’90, il Faust degli anni ’80 e più recentemente Le nozze di Figaro di Martone e Mariotti. Vogliamo sottolineare che non è solo una questione economica ma ben diverso era il management? Der Rosenkavalier per alcuni non è la più bella opera di Strauss; per me è una di quelle che rivedrei in continuazione. La bellezza della musica che riflette perfettamente l’impareggiabile libretto di Von Hofmannsthal (nonostante il suo tedesco-austriaco impervio) ne fanno un capolavoro assoluto. Il valzer che viene ripetutamente ripreso nel corso dell’opera (una sorta di leitmotiv del postwagneriano Strauss) è fra le cose più belle del compositore di Monaco. Il finale, la fine del primo atto e tutta la vicenda della marescialla che accetta il passare del suo tempo senza tristezza ma con consapevole distacco e allo stesso tempo con affetto sono difficilmente riscontrabili in altre opere. Non posso negare che probabilmente la storia del libretto può essere apprezzata appieno proprio da coloro che con la marescialla condividono l’autunno della vita. Zubin Mehta rende perfettamente l’atmosfera dell’opera e ha i suoi momenti migliori nelle parti più liriche ma tutta l’orchestra offre una grande performance all’altezza delle sue tradizioni (ma a riprova che nessuno é perfetto un corno stecca nelle prime battute dell’opera). La scenografia si avvale di gigantografie in bianco e nero sullo sfondo che nel primo atto ingrigiscono eccessivamente l’ambiente ma trova una sua perfetta collocazione nel viale alberato e spoglio (da sunset boulevard invernale) della fine del primo atto che riflette perfettamente le considerazioni della marescialla. Perfetta invece l’ambientazione Hofburg della residenza dell’arrampicatore sociale Faninal (moderna versione del molieriano Bourgeois gentilhomme) e la collocazione Prater-bosco viennese dell’ultimo atto dove i personaggi grotteschi rendono appieno lo spirito carnascialesco di Von Hofmannstahl. La bellezza dell’opera risiede proprio nella perfetta fusione fra il piano intimistico della marescialla e dei due giovani innamorati e quello farsesco grottesco di Ochs, una fusione che in nessun altro libretto dello scrittore austriaco è rinvenibile. Il tocco finale del fazzoletto raccolto dal servitore di colore che fa della marescialla una equal opprtunity employer – all’inizio del ‘900! – completa lo spirito ironico, distaccato ma anche bonario e mitteleuropeo del libretto. Der Rosenkavalier è opera corale dove tutti i personaggi giocano un ruolo importante con la marescialla e Ochs in primo piano. La marescialla di Krassimira Stoyanova è perfetta, con una voce in grado di modulare tutti i toni della impervia partitura straussiana. L’Ochs di Günther Groissböck è di altissima qualità dal punto di vista vocale: dal punto di vista scenico è un po’ più debole a causa dell’eleganza della figura che dovrebbe invece, nella visione di Von Hofmannstahl, sottolineare la sua grossolanità con un aspetto grasso e basso. Tutti gli altri personaggi cantano molto bene: leggermente un tono sotto la Sophie di Christiane Karg cui manca l’ironia del personaggio ufficialmente dimesso ma sostanzialmente ben consapevole dei propri scopi. Giustamente molte le repliche scaligere giustificate da un grande successo di pubblico. Forse l’opera che dura 4 ore e mezza dovrebbe iniziare alle 18 e non alle 19 permettendo al pubblico un ritorno a casa più agevole come avviene ormai in tutti i grandi teatri europei.
Cast
Direttore |
Zubin Mehta |
Regia |
Harry Kupfer |
Scene |
Hans Schavernoch |
Costumi |
Yan Tax |
Luci |
Jürgen Hoffman |
Video |
Thomas Reimer |
CAST |
|
|---|---|
Die Feldmarschallin |
Krassimira Stoyanova |
Der Baron Ochs auf Lerchenau |
Günther Groissböck |
Octavian |
Sophie Koch |
Faninal |
Adrian Eröd |
Sophie |
Christiane Karg |
Jungfer Marianne Leitmetzerin |
Silvana Dussmann |
Valzacchi |
Kresimir Spicer |
Annina |
Janina Baechle |
Ein Polizeikommissar |
Thomas E. Bauer |
Ein Notar |
Dennis Wilgenhof |
Ein italienischer Sänger |
Benjamin Bernheim |
Ein Wirt |
Roman Sadnik |
Der Haushofmeister bei der Faninal |
Michele Mauro |
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