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Come sempre succede il libretto del Werther è una trista riduzione del bellissimo romanzo di Goethe Die Leiden des jungen Werthers : ma si sa, è impossibile trasporre in un libretto tutte quelle sfumature e considerazioni che in un romanzo sono presenti, come accade anche per i grandi drammi teatrali (i.e. Othello, Don Carlo wtc.). E la bella musica di Massenet non riesce comunque a recuperare una storia che così trasformata appare del tutto priva di senso, unitamente all’improbabile tempo che impiega Werther a esalare l’ultimo respiro dopo avere avuto la forza di cantare per un buon quarto d’ora (qualcuno ha ipotizzato che in realtà si sia sparato a un piede!). Ciò detto va invece lodata la bella regia di Rosetta Cucchi e le scene di Tiziano Santi; finalmente una messa in scena che riflette il milieu in cui è ambientato il romanzo evitando quelle ridicole forzature cui alcune regie “creative” del teatro Comunale ci hanno purtroppo abituato e che – stando alle voci che corrono – ritorneranno ohimè a partire dal Ratto dal serraglio che aprirà la stagione 2017. Ben venga quindi una regia misurata e intimistica che riflette l’ambiente piccolo borghese e le insuperabili convenzioni in cui si svolge l’azione scenica e che sottolinea correttamente il dramma dei due protagonisti. L’amatissimo dal pubblico bolognese Juan Diego Florez nel ruolo di Werther ha offerto una bella prova piagata inesorabilmente però dal tono freddo e metallico della sua voce, un limite insuperabile del tenore peruviano. Una bellissima sorpresa è invece venuta dalla Charlotte di Isabel Leonard che ha offerta una prova di eccellenza con un unico neo della parte finale del primo duetto del secondo atto. Un peccato veniale a fronte di una voce calda e drammatica che ha sempre trovato la misura giusta nel corso della sua performance: una voce che vorremmo risentire al teatro Comunale di Bologna. E un plauso anche alla fresca e spiritosa Sophie di Ruth Iniesta. Nella norma gli altri comprimari. E per una volta anche l’orchestra del teatro ha fornito una bella prova sotto una direzione vigorosa e allo stesso tempo romantica di Michele Mariotti. Insomma un bello spettacolo che ha in qualche modo risarcito gli spettatori di una stagione non certo indimenticabile (o forse indimenticabile ma per motivi non proprio positivi….). Teniamo le dita incrociate per la stagione 2017!
PS In una versione precedente di questo post avevo scritto erroneamente Das Leiden… anzichè Die Leiden .. Devo al prof. G.C.Barozzi la segnalazione


Cast
Werther
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Le Bailli
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Charlotte
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Isabel Leonard
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Albert
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Jean-François Lapointe
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Schmidt
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Johann
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Sophie
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Ruth Iniesta
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Brühlmann
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Tommaso Caramia
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Kätchen
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Clara
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Susanna Boninsegni
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Fritz
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Carlo Alberto Brunelli
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Gretel
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Irene Cavalieri
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Hans
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Diego Bolognesi
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Karl
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Pietro Bolognini
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Max
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Marco Conti
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Mimi bambini
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Gioele Corvino, Eleonora Dodi, Anna Montaguri, Cecilia Pagliaro, Nicolò Rossi, Carlotta Tilli
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Direttore
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Regia
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Scene
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Tiziano Santi
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Costumi
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Luci
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Daniele Naldi
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Maestro del Coro Voci Bianche
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Alhambra Superchi
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Nuova produzione del TCBO
Orchestra, Coro, Coro di Voci Bianche e Tecnici del TCBO
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CHE FATICA AD AFFERMARE CHE SI TRATTA DI UN BELLO SPETTACOLO…
QUALCHE COLPA A POVERII LIBRTETTISTI CHE NON SONO REALISTI E TENGONO IN VITA WERTHER A LUNGO…MA CHI L’HA DETTO CHE L’OPERA LIRICA DEBBA ESSRERE REALISTA? COMUNICA EMOZIOINI NON DOCUMENTI O FOTOGRAFIE-
SU FLOREZ…PENSO ANCH’IO CHE LA SUA AGILITA’ E ESTENSIONE VOCALE SIANO PIU’ CONGEGNALI AL REPERTORIO ROSSINIANO E BELCANTISTA IN GENERE.
L’ho SENTITO IN RIGOLETTO E NON MI ESALTA. RICORDO UN WERTER CON ALFREDO KRAUS…ALTRA STORIA. MA SONO PASSATI QUASI 40 ANNI…
MA AVERNE DI VOCI METALLICHE COME QUELLA DI FLOREZ.…
CIAO.
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Nessuna fatica: come sempre dico quello che penso che naturalmente può non essere condiviso. Werther del Comunale é un bello spettacolo ma non eccezionale e mi sembra che la cosa traspaia molto chiaramente dalla mia recensione. Eccezionali furono le Nozze di Figaro di Martone (fenomeno non più ripetuto). Quanto alla voce di Florez confermo quanto ho scritto: se l’ascolterò in un repertorio a lui più congegnale e con risultati migliori ne scriverò. Ma le difese di ufficio non mi convincono. Quanto al realismo non capisco la critica: un libretto può essere bello o brutto e quello del Werther é purtroppo scadente (a mio giudizio). E di libretti belli ne esistono, a partire da quelli di Da Ponte. Personalmente un suicida che canta a squarciagola fa solo ridere e non capisco perchè non si possa trovare qualcosa di meglio (rifacendosi al romanzo) a meno che non si faccia riferimento al periodo in cui è stato scritto. Oggi è semplicemente ridicolo. Non ho mai rivendicato realismo ma solo bellezza a fronte del grande romanzo cui fa riferimento. Ovviamente Kurvenal può non piacere ma é il rischio di chi scrive liberamente, cosa non proprio così comune….
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