Nel desolante panorama del moribondo festival Ciani di Cortina una figura almeno ha tenuto un concerto degno di questo nome: Enrico Dindo accompagnato da Monica Cattarossi. Il festival Ciani, iniziato circa dieci anni orsono, dopo un inizio di grande qualità con nomi prestigiosi (e auditorium pieno con caccia accanita ai biglietti!) è andato via via scadendo con un pubblico sempre meno numeroso fino alla miseria di questo anno il cui tema è il musical americano con figure di secondo piano. Colpa di una gestione disastrosa, incapace di informare adeguatamente il pubblico, di gestire in modo dignitoso una mailing list, di pubblicizzare il festival. Ci si è invece concentrati su una modestissima “accademia” di giovani musicisti che partecipano a una scuola estiva con risultati francamente non esaltanti. Il festival ha seguito la parabola discendente del suo organizzatore Jeffrey Swann passato dalla meritata vittoria alla prima edizione del concorso Ciani di Milano (circa 20 anni fa) a un tramonto prematuro confermato dalle poche e scadenti esibizioni recenti. Dindo appartiene al Gotha dei violoncellisti mondiali dopo la sua vittoria nel 1997 al concorso Rostropovich di Parigi e l’apprezzamento senza di riserve del grande maestro russo. Il programma eseguito – Robert Schumann Adagio e allegro op.70, Fantasiestücke, e 5 Stücke in Volkton, Claude Debussy sonata e Frank Bridge sonata con un bis Raveliano- ne ha messo in mostra ancora una volta la tecnica sopraffina e il fraseggio ampio ed espressivo, sempre rispettoso dello stile dei compositori. Adeguato l’accompagnamento di Monica Cattarossi non adeguatamente supportata da uno Stainway 3/4 di coda che ha visto tempi migliori. Un caloroso successo del non folto pubblico (un centinaio massimo di persone, alcune dileguatisi dopo il primo tempo). Purtroppo il concerto non è stato neppure tenuto nell’auditorium dei concerti di Cortina ma nell’inadeguata acusticamente sala Dolomia dell’albergo Savoia il che la dice lunga sull’organizzazione. A parte Dindo l’Agosto culturale di Cortina prosegue la sua lenta ma inarrestabile agonia.
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…… che peccato…. con quelle premesse che ci ha raccontato ….. una discesa malinconica nella banalitá. Per fortuna con qualche (solo una? …..) eccezione.
Posto questo commento pochi minuti dopo avere visto a Bregenz una bella Turandot con il palcoscenico che svetta dall’acqua del Bodensee. Una splendida serata, in tutti i sensi: musicale, scenografica e metereologica.
Mi scuso per il fuori tema ma all’accostamento fra le due localitá, Cortina e Bregenz, non ho saputo resistere.
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