
Eccomi in terreno “nemico” con un pianista jazz, genere musicale da me quasi mai frequentato e di cui capisco assai poco (ma certamente detesto i pianisti “contaminati” come Bollani che solleticano la vanità del pubblico incompetente facendoli ritenere esperti anche se di musica capiscono poco o niente). Forse non dovrei neppure recensire per onestà intellettuale un “concerto” come questo. Quindi posso solo dire che Terrasson è dotato di solido impianto tecnico derivante da studi classici e che esegue la sua musica con maestria… jazzistica. Il suo è un jazz “melodico” (ammenda per l’uso improprio dell’aggettivo) che certamente risente degli studi classici. L’esecuzione ha però tutti gli stilemi tipici del jazz a partire dall’indicazione del piano come artefice principale dell’esecuzione, a finire con le espressioni del volto che in un pianista “classico” stigmatizzerei ma che in questo caso guardo con timoroso rispetto. Una serata abbastanza piacevole anche se per la mia sensibilità e preparazione avrei preferito un pianista più adatto ai miei gusti.
With Windows PC just select in the right box your language and then activate “traduci” or “translate”. With MAC or iPAD insert in the box “touch to type” the address kurvenal.wordpress.com and then activate “traduci” or “translate”: the last inserted post is (very badly unfortunately…) automatically translated.
Gentile Professore, le “espressioni del volto” come le posture, gli abiti e le capigliature, oltre alle interviste tra lo pseudo-colto e lo stranito ( il “pazzoide” è ormai una divisa…) sono la parte più importante del jazz nostrano. L’ “ipersensibilità” va mostrata, no?
Lontani sono i tempi ed i luoghi nei quali una certa Ella faceva meraviglie senza alcuna sceneggiata ed un Oscar Peterson sorrideva alla tastiera…
Vuol mettere come sono interessanti i “sofferenti”?
"Mi piace""Mi piace"