Recensioni, Sinfonica

Michele Mariotti – Teatro Comunale Bologna 13 Gennaio 2017

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Un bel concerto con l’unico difetto di un programma troppo impegnativo come lunghezza. Coadiuvato  da Alessandra Marianelli soprano, Raffaella Lupinacci mezzosoprano,  Alessandro Luciano tenore, Anicio Zorzi Giustiniani tenore e Michele Pertusi basso, e con un coro del teatro in particolare forma, la messa di Schubert è risultata in tutta la sua articolazione e bellezza. Difficile dare un giudizio sui “soli” data la loro esigua parte ma certamente anch’essi si sono integrati perfettamente nell’esecuzione. E per una volta l’orchestra del teatro ha fornito un prova maiuscola (che speriamo possa ripetersi in futuro) guidata con mano sicura da Mariotti che ha colto tutte le sfumature della partitura Schubertiana. Quanto alla sinfonia di Bruckner, caratterizzata come in tutte le sue opere da una gigantiasi che spesso rende difficile seguirne il filo, si può affermare che l’esecuzione è stata di buona qualità ma certo inferiore a quella schubertiana. Personalmente resto convinto che sia un errore proporre un concerto senza solisti. Un buon successo comunque (non clamoroso) di pubblico. Da notare che per il 30% la sala era vuota e chi ha un certo numero di primavere sulle spalle ricorda perfettamente che in un passato dei concerti sinfonici se ne facevano due turni (A e B): dice niente tutto questo?
HappyHappy
Programma
Franz Schubert   Messa n.6 in Mi bemolle maggiore, D 950
Anton Bruckner  Sinfonia n.1 in Do minore WAB 101
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Cameristica, Recensioni

Maurizio Pollini – Teatro Comunale Bologna 9 Gennaio 2017

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Come per il concerto di Radu Lupu (v. mio post dell’8 Aprile 2014) ci si avvicina sempre ai concerti di questi “mostri sacri” con il timore di non ritrovare per motivi anagrafici quella qualità eccelsa che ha contraddistinto nel passato le loro performances. È questa la ragione che ha spinto A.Brendel a concludere qualche anno fa, all’avvicinarsi del suo ottantesimo compleanno, la sua carriera concertistica. Invecchiare consapevolmente è solo da pochi mentre molti (ad esempio Arrau, Cortot etc.) si sono rifiutati di riconoscere i segni dell’età con risultati deludenti. La tecnica pianistica è come la bellezza delle donne: inevitabilmente sfiorisce e non c’è lifting che possa farla rifiorire. Ecco, collocherei Pollini in una sorta di limbo a metà strada fra i due estremi. Un concerto piuttosto breve (un’ora di musica al posto dei 90 minuti di prammatica) che ha trovato i momenti migliori negli amatissimi, brevi brani di Schönberg e che in tutte le sonate beethoveniane ha messo in luce ancora una volta la perfetta cifra stilistica con cui il pianista milanese affronta il repertorio del compositore di Bonn. Una interpretazione musicalmente perfetta purtroppo non sempre sorretta da una tecnica immacolata che comunque il pubblico bolognese ha sostenuto con un caldo e affettuosissimo applauso, un giusto tributo al pianista che a partire dagli anni ’70 e per molti decenni è stato – a mio parere – al vertice assoluto del pianismo mondiale. Un riconoscimento che certamente ha commosso Pollini che ha concesso (cosa rara ormai) due bis.
HappyHappy
Programma
Ludwig van Beethoven  Sonata n. 8 in do minore op. 13 – “Patetica”
Arnold Schönberg Drei Klavierstücke op. 11, Sechs Kleine Klavierstücke op.19
Ludwig van Beethoven Sonata n. 24 in fa diesis maggiore op. 78, Sonata n. 23 in fa minore op. 57 – “Appassionata”
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