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Un duo di giovani musiciste. … A duo of young musicians
in un concerto molto impegnativo. Si inizia male: l’iniziale, nobile frase musicale del primo tempo della sonata di Franck si liquefa in una sorta di lullaby che toglie ogni significato al brano. Un po’ meglio i tempi successivi ma senza mai raggiungere un livello accettabile. La sonata è notoriamente una sorta di trappola che richiede capacità tecniche ed espressive di alto livello. Meglio la sonata di Beethoven in cui tempi e stile sono rispettati mentre nella sonata di Ravel manca quell’intrinseco umorismo che la contraddistingue, sottolineata particolarmente dal blues in cui Ravel esplora le nuove tendenze musicali di inizio secolo. Per quanto riguarda la qualità delle due esecutrici va sottolineato in primis la capacità di Giulia Pasquini di estrarre moltissimo suono dal violino (caratteristica che si va estinguendo – v. anche il concerto della Faust) con il rischio però, corso sovente, di peggiorarne la qualità. Tecnicamente ineccepibile comunque la sua esecuzione. Non della stessa qualità il pianismo di Sofia Adinolfi. Dovrebbe ricordare che in un duo il pianoforte deve sempre evitare di sovrastare il violino: suonare in duo non è assolutamente come suonare in un concerto solistico. Quindi un eccesso di esuberanza purtroppo condito anche da una esecuzione non immacolata. In generale comunque un duo ancora non equilibrato che ha ancora molta strada da percorrere per raggiungere livelli di qualità. Un buon successo di un rarefattissimo pubblico e un bis. Un biasimo assoluto per l’ “introduzìone” musicologica. Che se ne fa il pubblico del “gossip” su i diverbi fra Ravel ed Enescu o del “testamento” di Beethoven? Un’introduzione dovrebbe sottolineare i caratteri distintivi dei brani e non il contesto (se tale si può definire) in cui sono stati composti. Dimenticando addirittura di sottolineare che il blues di Ravel è composto su base bitonale (ovvero violino e pianoforte suonano in tonalità diverse). Altro che “gossip”! A coloro che leggono il blog chiederei cortesemente la registrazione (che non comporta nulla) e che può essere facilmente effettuata “clikkando” sul riquadro nero sopra ogni post. Così facendo riceveranno un e-mail tutte le volte che un nuovo post è pubblicato.
PS Un “blogger” non è un oracolo e commette inevitabilmente errori (il minimo possibile..). Ricevo spesso “correzioni” non sempre fondamentali e non sempre precise. Così come io mi sottopongo al giudizio altrui con nome e cognome così chi vorrà avere la bontà di segnalarmi eventuali errori o imprecisioni dovrà farlo unicamente mandando un commento: a ognuno la propria responsabilità. Da tempo ho rimosso il mio profilo su facebook: non posso quindi essere contattato per questioni private via messenger ma solo via e-mail all’indirizzo giovanni.neri@unibo.it.
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in a very challenging concert. It starts badly: the initial, noble musical phrase of the first “tempo” of Franck’s Sonata melted into a kind of lullaby that detracted all meanings from the piece. A little better the other “tempos” but without ever reaching an acceptable level. The sonata is notoriously a kind of trap that requires high-level technical and expressive skills. Better Beethoven’s sonata in which time and style were respected while the sonata of Ravel lacked that intrinsic humour that distinguishes it, emphasized particularly by the “blues” where Ravel explores the new musical trends of the beginning of the century. As far as the quality of the two performers is concerned, the ability of Giulia Pasquini to extract a great deal of sound from the violin must be remarked (a characteristic which is increasingly fading away – see the Faust concert), but with the risk of worsening its quality. Technically unspotted however her execution. Not of the same quality the pianism of Sofia Adinolfi. She hould remember that in a duo the piano must always avoid overstaying the violin: playing in a duo is definitely not like playing in a solo concert. So an excess of exuberance unfortunately paired with a non-immaculate execution. In general, however, this duo is still unbalanced and still has a long way to go to achieve high quality levels. A good success of a very small public and an encore. An absolute reprimand for the musicological “Introduction”. The audience is not interested in the “gossip” about the diverbs between Ravel and Enescu or the “testament” of Beethoven. An introduction should emphasize the distinctive characters of the pieces and not the context (if that can be defined) in which they were composed. Forgetting even to underline that the blues of Ravel is composed on a bitonal basis (that is, violin and piano play in different tones). Nothing to do with “gossip”! I would kindly ask the readers of this blog to register (which implies nothing) which can be easily made by “clicking” the black square above each post. By so doing they will receive an e-mail whenever a new post is published.
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Buongiorno. Non entro in merito all’esecuzione, bensì alla sciagurata “introduzione”, che di pecche ne ha parecchie. Non essendo la prima volta (anzi !) mi piacerebbe capire come sia possibile che a condurre certi settori specialistici non ci siano, appunto, degli specialisti, ma a quanto pare dei dilettanti pure disinformati. Che anche qui ci sia lo zampino della politica, come nelle nomine delle ASL? Domanda non maliziosa (anche dei “‘politici” possono essere all’altezza) ma solo per capire. Grazie e buona giornata
Antonietta Vallone Bormida
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In realtà il relatore non è uno sprovveduto ma abdica alle sue conoscenze in favore di una impostazione „populista“ in linea con il trend nazionale. „Mala tempora“….
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caro prof. Neri, ‘in questi momenti’ altro che sbagliare una data …….. c’è da chiedersi ben altro!
E quel che è peggio senza potersi dare risposte.
In ogni caso leggere le sue recensioni riconcilia parecchio.
Grazie di esserci!
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Grazie per le sue belle parole. Certo siamo tutti in un bel guaio….
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Perfetta, come sempre, la recensione.
Ma la data è scritta dal profeta.
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Grande, Sandra Festi con quel riferimento al profeta!
Poi dicono che le donne mancano di spirito!!!
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Anche i bloggers sbagliano in questi momenti…..
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