Recensioni, Sinfonica

Il giardino armonico / Faust – Bologna Festival 29 Maggio 2018

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ma qui siamo alla ripetizione costante. Isabelle Faust nel Bologna Festival è ormai un’ospite fissa, un po’ come Marta Argerich, a riprova di una staticità che nella mente degli organizzatori è la garanzia dei risultati economici della rassegna, segno di una visione ristretta e di una conoscenza provinciale del panorama musicale internazionale (potrei citare qui decine di grandi interpreti acclamati all’estero che a Bologna non sono noti neppure per il nome).  Ma veniamo al concerto. Isabelle Faust è una violinista di buona (non eccelsa) qualità, dotata di un suono piccolo piccolo (per un confronto si pensi a Vadim Repin!), tecnicamente ineccepibile ma priva di una forte personalità. Una violinista che sa farsi apprezzare dal pubblico proprio per la sua medianità (che qui non è virtus) che evita qualunque provocazione, un po’ come un soprammobile di porcellana levigata che rischia però costantemente di passare inosservato.  E il programma scelto (suonato con spartito) appare proprio orientato in questa direzione. Tre concerti mozartiani (con il bis concesso dello stesso autore) sono probabilmente una scelta che garantisce un successo sicuro senza richiedere all’esecutore uno sforzo eccessivo. In somma un’esecuzione “very average” di un’artista che speriamo in un futuro non sia ammannita costantemente come una sorta di assicurazione di facile successo. E quanto all’orchestra il giudizio non può essere positivo. Queste noiosissime esecuzioni “filologiche”, il rituale degli esecutori in piedi, gli archetti impugnati a metà, le ripetute accordature maneggiando i bischeri etc. hanno portato a “stecche” di non secondaria importanza. A partire dallo sciagurato intervento del corno all’inizio dei primi due concerti (e a seguire all’interno dei brani) non per incapacità dell’esecutore ma perché il corno barocco (senza pistoni) è uno strumento ingovernabile e impredicibile. Ne vale la pena? Per épater les bourgeois questo ed altro, salvo che gli stessi bourgeois davanti a due esecuzioni con orchestra moderna e filologica dietro una tenda sceglierebbero di certo quella moderna. Come se a qualcuno venisse chiesto se preferisce una Ferrari o una Fiat 509 degli anni ’30. (in questo contesto può essere interessante ricordare un recente esperimento in cui gli ascoltatori sono stati chiamati a scegliere fra il suono di uno Stradivari e un violino moderno di grande qualità: il 50% ha scelto il moderno!). Comunque  grande successo ovviamente (e come poteva essere diversamente con Mozart?).  Amen. A coloro che leggono il blog chiederei cortesemente la registrazione (che non comporta nulla) e che può essere facilmente effettuata “clikkando” sul riquadro nero sopra ogni post. Così facendo riceveranno un e-mail tutte le volte che un nuovo post è pubblicato.
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but in this case we are in presence of a constant repetition. Isabelle Faust at Bologna Festival is now a  fixture on the programme, a bit like Marta Argerich, which proves that in the minds of the organizers she is a guarantee of the economic results. This, in my opinion,  shows a shallow and provincial knowledge of the international music scenario (I could quote here dozens of great interpreters of international renown that in Bologna are not known even by name). But now the concert. Isabelle Faust is a violinist of good (not outstanding) quality, with a very small sound (for a comparison think of Vadim Repin!), technically flawless but lacking a strong personality. She is a violinist who knows how to be appreciated by the public because of his mediumship (which is not a “virtus” here) that avoids any provocation, like an ornament of polished porcelain that, however beautiful, risks constantly to go unnoticed. Furthermore the program chosen (played with score) lproves my point. Three Mozart concerts (with the granted encore by the same author) are probably a choice that guarantees a safe success without requiring the performer to make an excessive effort.  A “very average” execution of an artist which we hope in the future will not constantly be kept as a kind of insurance of easy success. And as for the orchestra the judgement cannot be positive. These boring “philological” executions, the ritual of the standing performers,  the half-contested arches, the repeated tunings  etc. led to non-secondary mistakes. Starting from the unfortunate intervention of the horn at the beginning of the first two concerts (and to follow inside the execution) not because of the inability of the executor but because the baroque horn (without pistons) is an unmanageable and unpredictable instrument. Is it worth it? For épater les bourgeois this and more, but the same bourgeois attending two executions with modern and philological orchestras behind a tent surely would choose the modern one. It is as if someone were asked if he prefers a Ferrari or a Fiat 509 of the ’30s. (In this context it may be interesting to recall a recent experiment in which listeners have been called upon to choose between the sound of a Stradivari and a modern violin of great quality: 50% chose the modern!). However great success of course (and how could it be otherwise with Mozart?).  Amen. I would kindly ask the readers of this blog to  register  (which implies nothing) which can be easily made  by “clicking” the black square above each post. By so doing they will receive an e-mail whenever a new post is published.
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Programma
Wolfgang Amadeus Mozart  Concerto n.1 in si bemolle maggiore K. 207 per violino e orchestra, Concerto n.4 in re maggiore K. 218 per violino e orchestra
Franz Joseph Haydn Sinfonia n.43 in mi bemolle maggiore Hob.I:43 “Merkur”
Wolfgang Amadeus Mozart  Concerto n.5 in la maggiore K. 219 per violino e orchestra
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2 risposte a "Il giardino armonico / Faust – Bologna Festival 29 Maggio 2018"

  1. ITALO BICCHIERRI ha detto:

    Del Concerto di ieri sera ho solo apprezzato la Sinfonia di Haydn. Il Direttore dell’ ensemble orchestrale mi e’parso piuttosto scenografico nel gesto ( e’ necessario per rendere l’espressivita’ della musica ?). La Faust, non ha costituito,a mio parere,con il suo strumento un amalgama tale con l’ Orchestra da rendere la bellezza dei Concerti di Mozart

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  2. Maddalena Fiorio ha detto:

    ..Sono molto d’accordo con lei tanto che ,dopo il concerto di ieri sera, mi sono trovata a pensare (quasi una bestemmia) ” che noia Mozart”. Le sue parole mi hanno sicuramente aiutato a capirne il motivo. Volevo anche dirle professore che nel suo blog del 23 maggio dove parla del concerto di Bonomini, al quale purtroppo non ero presente, mi ha quasi commosso la sua definizione del violoncello “meraviglioso strumento che vorremmo vedere più spesso messo in cartellone”.Condivido al3000%!!

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