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La “Damnation de Faust” di Berlioz nasce inizialmente come una composizione per soli coro e orchestra e illustra solo alcuni dei momenti salienti del primo libro della tragedia goethiana. Siamo in pieno clima romantico sottolineato da alcune scene che riprendono i tipici quadri del tempo di Caspar David Friedrich con rupi che sporgono, personaggi sulla rupe e abbondanza di nebbie e nubi. Il Faust di Berlioz ha una fine diversa da quella del dramma del poeta di Weimar: qui Faust viene alla fine ingannato da Mefistofele che gli fa credere che se gli consegna l’anima la vita di Margherita condannata a morte per matricidio sarà salva ma si tratta di una tragica bugia: Margherita subisce il patibolo e Faust viene trascinato all’inferno in una sorta di sabba infernale: solo l’anima di Margherita sarà alla fine viene salvata.
La tragedia goethiana subisce nel libretto predisposto sulla base della traduzione di Gérard de Nerval una trasformazione che ne ricorda solo vagamente lo svolgimento e la cosa è ulteriormente accentuata, nella versione della Staatsoper, da un’ambientazione nel periodo nazista nella quale l’inferno di Mefistofele è anticipato dall’inferno nazista. Lo spettacolo è rutilante con molteplici caratteristiche espressionistiche e abbastanza diseguale ma di certo non paragonabile e assai migliore di molte regie creative che infestano i teatri d’opera europei.
Qui l’eccesso sta nel tentativo da calare tutto in una ambientazione da SA e SS con Mefistofele che da irridente burattinaio del mondo si trasforma in ufficiale della Gestapo. L’interpretazione politica della vicenda è accentuata dalla scena nella quale i potenti del mondo si spartiscono una torta che rappresenta il mondo salvo poi iniziare una guerra che si suppone sia alla base del fenomeno nazionalsocialista.
A coronamento dell’ambientazione Faust viene trascinato all’inferno crocifisso a una svastica. Insomma spettacolo diseguale ma in ogni modo salvato musicalmente da un eccezionale Simon Rattle alla guida della Staaskapelle, una formazione orchestrale di altissima qualità. I tre (più uno – l’ultimo ha una particina secondaria) sono tutti all’altezza della situazione. Bravissimo Florian Boesch nella parte di Mefistofele che a una presenza scenica perfettamente irridente, sarcastica e diabolica assomma una voce potente e duttile in grado di rendere perfettamente lo spirito del personaggio (e molti baritoni nostrani dovrebbero impararne i tratti quando cantano “son lo spirito che nega”) e altrettanto brava è Magdalena Kožená una Margherita convincente in una parte meno importante che in altre versioni del Faust resa però perfettamente da una voce straordinaria. Bravo – ma a mio giudizio un gradino sotto – Charles Castronovo nella parte di Faust anche perché imprigionato dalla scenografia in un costume che lo rende più un maverick dello studio che un tormentato filosofo. Uno spettacolo quindi controverso, che non ha avuto da parte del pubblico nessun applauso a scena aperta e alcuni buh al termine dello spettacolo sovrastati però dagli applausi di un pubblico che ha riempito il teatro in tutti gli ordini di posti. Uno degli ultimi addii della Staatoper nello Schiller Theatre che dopo ben 7 anni di restauri tornerà in autunno nella sua sede storica nella Unter den Linden. Finalmente!
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Cast
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MUSIKALISCHE LEITUNG Simon Rattle
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INSZENIERUNG Terry Gilliam
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BÜHNENBILD Hildegard Bechtler
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KOSTÜME Katrina Lindsay
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LICHT Peter Mumford
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VIDEOFinn Ross
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REGIEMITARBEIT | CHOREOGRAPHIE Leah Hausman
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CHOR Martin Wright
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MARGUERITE Magdalena Kožená
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FAUST Charles Castronovo
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MÉPHISTOPHÉLÈS Florian Boesch
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BRANDER Jan Martiník
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STIMME AUS DEM HIMMEL Anna Charim Miho Kinoshita
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TÄNZER Ini Dill / Renske Endel / Ula Liagaité / Carla Morera Cruzate / Martin Buczkó / Jofre Carabén van der Meer / Floris Dahlgrün / Connor Dowling / Damian Dudkiewicz / Carl Harrison / Angelo Smimmo / François Testory / Victor Villarreal









Recensione veramente impeccabile, grazie, Professore.
Aggiungo in sovrappiù tutta la mia “invidia” per il suo meravigioso modo di passare il tempo libero. Magari tutti potessero concederselo!
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