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Una formazione cameristica di grande qualità con un clarinettista – Alessandro Carbonare – che si è aggiunto all’ultimo momento a causa della indisponibilità del clarinettista previsto dal programma Martin Fröst. Il concerto si è sviluppato su due piani: una prima parte di stampo classico e una seconda di stampo nazional-popolare con musica “klezmer” (klezmer כליזמר è vocabolo yiddish e non ebraico – come indicato da Sandro Cappelletto, relatore dell’ “introduzione” elogiativa del trentennale di Musica Insieme -. Si tratta infatti di vocabolo della comunità ebrea tedesco-polacca distrutta dal nazismo dove “klez” כליז sta per clarinetto) e jazzistica. Dell’esecuzione dei brani di Bruckner, Janáček e Bartók non si può che dire bene, con un suono dell’orchestra particolarmente calibrato che dimostra un affiatamento da tempo consolidato. Anche dal punto di vista interpretativo i brani sono stati resi con grande partecipazione nel rispetto dello stile di ciascuno dei tre compositori di diversa origine. Altrettanto di grande qualità è stata l’esecuzione del concerto di Weber: Carbonare è strumentista di affermata capacità. Il resto del programma ha seguito percorsi diversi da quelli previsti a causa del cambio di clarinettista. Qui forse Carbonare ha ecceduto nello strizzare l’occhio al pubblico meno avvertito ma diciamo che data la chiamata d’urgenza la cosa si può anche perdonare. Purché non si ripeta…
Programma
Anton Bruckner Adagio dal Quintetto per archi in fa maggiore WAB 112
Carl Maria von Weber Concerto n. 1 in fa minore-maggiore op. 73 per clarinetto e archi
Leoš Janáček Suite per archi JW 6/2
Johannes Brahms Danza ungherese n. 14 (trascrizione per clarinetto e archi di Roland Pöntinen)
Tradizionale/Göran Fröst Danza klezmer n. 2 per clarinetto e archi
Béla Bartók Danze popolari rumene Sz. 6apper
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Carissimo Kurvenal, questa volta mi sarei lasciato andare a qualche elogio in più per l’orchestra e per il clarinettista. Siamo sicuri che strizzare l’occhio al pubblico meno avvertito in un repertorio nazional popolare sia un difetto? o piuttosto non rientri in quello spazio di libertà interpretativa che occorre riconoscere anche al più giovane e sprovveduto (non è certo questo il caso) degli interpreti?
Un caro saluto, Cesare
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Effettivamente capisco di essere un po’ rigido ma le contaminazioni non sono nelle mie corde. Capisco e accetto posizioni diverse dalle mie. Ciao
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