
Strepitoso è l’unico aggettivo che possa descrivere il Liederabend di Michael Schade accompagnato dall’ottimo pianista Justus Zeyen. Impegnato nel famosissimo ciclo di Schubert Die schöne Müllerin ha saputo rendere lo spirito dei Lieder che lo compongono con una voce assolutamente strepitosa e una perfetta sensibilità musicale quale rarissimamente si incontrano, grazie anche alla evidente consuetudine interpretativa con il pianista Zeyen che ne ha assecondato in ogni momento l’espressività. Ma alle qualità musicali Schade aggiunge una qualità che raramente si incontra nei concerti di Lieder e che appartiene a una ristretta schiera di grandi interpreti quali Angelika Kirchschlager o Teresa Berganza: l’arte scenica, chiaramente mutuata dalla sua esperienza operistica e che ha completato un’esibizione memorabile. L’espressività del volto, il movimento del corpo, l’uso perfetto del gesto hanno permesso al pubblico che non conosce il tedesco, non dotato di testo a causa di una organizzazione dell’ultimo momento dovuta alla cancellazione del concerto della Barcellona per malattia, di comprendere la tragica vicenda sentimentale del protagonista, la sua esaltazione, la sua rabbia e in ultimo la sua decisione di togliersi la vita. Un successo decretato da un pubblico che ha riempito la platea della Scala con un lungo, ripetuto, caldissimo applauso ricambiato da due bis di Schubert e Lehar. Possiamo solo auspicare che questo grandissimo interprete torni al più presto in Italia: di liederisti come lui ne abbiamo bisogno per convincere un pubblico non avvertito che il Lied è genere musicale sopraffino.
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Grazie, Schade è uno dei miei preferiti.
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