
Ci ho riprovato dopo molti anni: un altro Don Giovanni alla komische Oper. È questa un’opera purtroppo abusata che richiede un grande equilibrio fra la commedia e la tragedia e che ormai solo con grandi casts e scenografie può presentare qualcosa di nuovo. Non è questo il caso della rappresentazione in questione che pur evitando le grossolanità che mi allontanarono per lungo tempo da questo teatro d’opera non rientra certamente nel novero delle messe in scena memorabili (e che comunque qualche scurrilità non se la risparmia), anzi tutt’altro. Un teatro “artigianale” per spettatori di bocca buona che si godono uno spettacolo modesto o meglio mediocre, a cominciare dal fatto che è cantato in tedesco!!! Ma come si permettono questi malfattori musicali di compiere nel 2015 un simile scempio? E pensare che dopo il restauro la komische Oper ha un display sul retro delle poltrone come quello della Scala che fornisce tutte le traduzioni, turco (!) incluso! Insomma si comincia male. Poi la prima sorpresa negativa. L’opera comincia con l’aria di Leporello, e l’omicidio del commendatore durante il quale Leporello scarica le proprie condutture idriche e Don Giovanni non trova la spada per avere messo male a tracolla il cinturone (si ride). L’ouverture viene eseguita dopo!! Don Giovanni è truccato come il Joker di Gotham City (Schopenauer si rivolta nella tomba) ed è vestito con una “mise” indefinibile da domatore del circo

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Ho avuto modo di scrivere a G. Neri per rappresentazioni di opere che ho goduto a Berlino.
Condivido le osservazioni generali: di gusto per il grottesco alla Komische Oper e di libertà interpretative discutibili (regie) in altri casi, ma anche in Italia vediamo scempi e grottesco ( Norma con Pollione esploratore fine ottocento, privo solo della retina per farfalle)
Ma quale offerta musicale in Berlino e per tutti ! I teatri pieni di giovani e un rapporto semplice e diretto con il teatro ( disponibilità di posti nella stessa serata , ripetizione delle rappresentazioni, ecc.)
Leggerei con piacere in futuro le critiche alle opere di Kurt Weil, autore di difficile ascolto in Italia e vorrei confrontarmi con il parere di Kurvenal per esecuzioni anche in altri ambienti berlinesi (chiese in particolare, vedi p.e. due grandi esecuzioni del War Requiem di Britten nella Gethsemanekirche).
Alessandro Freddi
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