Il concerto inizia alle 21.15 in orario, ma troppo tardi ormai anche per gli standard italiani (dove ormai è consolidato l’orario fra le 20 e – raramente – le 21). La pianista presenta un programma tutto romantico: sonata D894 di Schubert, IV ballata di Chopin e Davidsbündlertänze di Schumann. Purtroppo si comincia male: l’esecutrice tenta di introdurre i brani ma parlare in pubblico (un’arte e anche un mestiere, sia ben chiaro) soprattutto dovendo essere concisi è difficile e ci si chiede a cosa possa servire indicare che il pezzo eseguito è bello, che si compone di n parti, che è stato composto nell’anno… Se proprio si vuole introdurre sarebbe necessario non elencare quello che gli ascoltatori possono capire da soli ma indicare il contesto artistico del tempo, il raffronto con compositori coevi, il trend culturale allora in atto etc. Un esempio delle informazioni confusamente raccolte: secondo la pianista Clara Wieck non apprezzò le Davidsbündlertänze perché troppo simili al Carnival: peccato che le Davidsbündlertänze siano op. 6 e il Carnival op. 9. Che fosse una preveggente? Vorrei segnalare che questo blog ha condotto un sondaggio presso il pubblico con 200 voti espressi riguardo al gradimento delle introduzioni che ha visto quasi l’80% essere contrario. Ma veniamo al concerto. La pianista ha una buona tecnica (non immacolata come dimostrato ad esempio dalla scala cromatica finale di seste dello studio chopiniano op. 25 eseguito come bis) e certamente non manca di esperienza. Certamente di buona esecuzione i primi tre tempi della sonata schubertiana, nei quali l’esecutrice è stata in grado di controllare la sonorità di una gran coda in un ambiente di certo non strutturato all’uopo, mentre certamente meno apprezzabile è stata la resa dell’ultimo, infido tempo, con quel secondo tema apparentemente così corrivo che richiede grande sensibilità musicale per non renderlo banale, così come molto più significanti andrebbero resi quelle triplette di terze che l’accompagnano. Quanto alla IV ballata non sono mancati momenti di vera liricità ma perché rallentare la non facile riesposizione del tema iniziale con il controcanto salvo poi accelerare esageratamente quando la partitura si semplifica? E nel finale infuocato una riduzione dell’uso del pedale avrebbe permesso un migliore ascolto della partitura. Non è invece stata all’altezza l’esecuzione delle Davidsbündlertänze, Qui tutti i brani di Florestano sono stati eseguiti con acribia da studio tecnico, con un volume sempre eccessivo perdendo per strada quel tormento interiore che la partitura schumanniana esprime. Il sapere dosare la sonorità della propria esecuzione in funzione dell’ambiente in cui si suona è parte integrante della sensibilità musicale di un’artista e in questo caso è semplicemente mancata.
Blogposts translations are available!
With Windows PC just select in the right box your language and then activate “traduci” or “translate“: the posts are (often very, very, very badly) automatically translated (Google translator).
Apology: in some cases (i.e. german) the translation can be totally meaningless.




