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Diciamo subito…
. . che si è trattato di un concerto di eccezionale qualità. I due interpreti denunciano un affiatamento nato da lunga consuetudine nella quale i due strumenti si integrano in modo perfettamente equilibrato con il pianoforte che mai sovrasta lo strumento ad arco. Questo anche perché Capuçon estrae dal suo violoncello un suono pieno come raramente capita di ascoltare. Capuçon si colloca certamente ai vertici del violoncellismo mondiale: una tecnica immacolata, una intonazione sempre perfetta ma soprattutto un’interpretazione che passa dai pianissimi al forte (nei limiti dello strumento) passando per tutte le intensità. Ducros è certamente un partner eccellente e sarebbe interessante ascoltarlo nel repertorio solistico: molto spesso talenti musicali non esprimono tutto il loro potenziale perché per scelta decidono di dedicarsi alla musica di insieme. Bellissime le esecuzioni di Schumann e Beethoven (che nell’opera 69 già indica il percorso che lo porterà a estendere i limiti formali della sonata con uno scherzo che precede l’adagio ridotto a poche battute e che introduce senza soluzione di continuità il tempo finale). Meno felice, dal punto di vista compositivo, è la sonata di Grieg che alterna momenti di grande musicalità a “pause” di ispirazione, ma ineccepibile l’esecuzione del duo. Che raccoglie un grande e meritato successo di pubblico (folto come raramente capita per il violoncello) e che conclude il concerto con tre bis: il brano del cigno dal “carnevale degli animali” di Saint-Saëns, un tempo di una sonata di Prokoviev (una scelta discutibile – molto meglio scegliere brani che hanno un senso compiuto da soli) e infine (un po’ di sciovinismo – perché no?) una trascrizione di una famosa canzone di Edith Piaf.
PS Per una volta – durante l’intervallo – ho porto l’orecchio alle valutazioni del pubblico. Fermo restando che naturalmente ciascuno ha il diritto di esprimere un giudizio (“non è bello ciò che è bello…” etc.) sono risultate agghiaccianti le motivazoni. Forse la perla è stata “violoncellista un po’ deboluccio”. Probabilmente ha confuso il violoncello con la grancassa…
Programma
Schumann Fantasiestücke op. 73
Beethoven Sonata n. 3 in la maggiore op. 69
Grieg Sonata in la minore op. 36
PS Sono costretto ancora una volta a segnalare che commenti “anonimi” e non inviati ai “commenti” dei posts sono immediatamente cassati






Buonasea, concordo con lei, concerto di eccezionale qualità e suono bellissimo. Credo che l’ultimo bis sia purtroppo allineato con le ultime registrazioni Mainstream di Capuçon, esempio https://www.warnerclassics.com/release/destination-paris
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Concordo in toto con la recensione.Pienamente soddisfatto anche( per me una sorpresa ) del pianoforte di Ducros.un ” accompagnamento” che definirei aristocratico.
Solo una nota sul suono ” deboluccio” Giudizio del tutto incongruo naturalmente, ma almeno dalla mia posizione, il suono del violoncello si sentiva meno pieno di quanto avrei desiderato.
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HO riportato il commento “deboluccio” proprio per segnalare la stupidità di chi l’aveva profferito. Grande violoncellista con un suono magistrale
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