
ATTENZIONE. D’ORA IN POI PER ACCEDERE A QUESTO BLOG UTILIZZARE SOLO L’INDIRIZZO
HTTPS://KURVENAL.WORDPRESS.COM
Non sono mai stato …
. .un “fan” delle trascrizioni (se non quelle autentiche degli autori, ad esempio quella della grande fuga op. 133 di Beethoven per pianoforte a quattro mani) perchè a mio giudizio tradiscono lo spirito compositivo degli originali. Ma come sempre, anche in questo contesto, ci sono trascrizioni (o rielaborazioni) di qualità diversa. Quelle presentate nel concerto in questione (Popper e Prokof’ev ) si collocano fra quelle di qualità. Un concerto interessante perché ha presentato anche brani di due compositori poco eseguiti (Popper e Weinberg – due violoncellisti molto noti ai loro tempi) che – come molti altri – non godono della popolarità di quelli “di repertorio”). E soprattutto la recente riscoperta di Weinberg (ci cui vale la pena di ricordare una bellissima sonata per violoncello e pianoforte riproposta da Brunello) è compositore di grande inventiva, di impianto tonale ma nel quale non mancano passi cromatici. La formazione di E. Dindo è stata all’altezza del compito sia per la presenza di due eccellenti violoncellisti, sia per un primo violino che ha meritato un applauso specifico. Quanto a Dindo non scopriamo oggi che si tratta di uno dei maggiori strumentisti il cui talento espressivo è stato sottolineato nei due bis di Čajkovskij, “notturno” e “andante cantabile”. Suono bellissimo e sfumature espressive di altissimo valore. Ma Dindo, come moli altri solisti, soggiace al richiamo della direzione (Bashmet, Ashkenazy, Rostropovich tanto per fare aluni nomi) e non dà in questo contesto il meglio di sé stesso. L’esecuzione della sinfonia di Weinberg è risultata un po’ squilibrata nei vari comparti. Pur riconoscendo che è molto meno faticoso dirigere che suonare forse sarebbe meglio che ognuno limitasse il suo ambito là dove eccelle. Ma in complesso un buon concerto.
Programma
D. Popper Requiem per tre violoncelli e archi (orchestrazione di Enrico Dindo)
S. Prokof’ev Sonata in do maggiore op. 119 (versione per violoncello e archi di E. Dindo)
M. Weinberg Sinfonia da camera n.1 op. 145 per orchestra d’archi
PS Sono costretto ancora una volta a segnalare che commenti “anonimi” e non inviati ai “commenti” dei posts sono immediatamente cassati






Caro Kurvenal
sono una sua lettrice stabile e mi trovo spesso d’accordo con Lei. Anche sul concerto di ieri sera. Credo che diversi violoncellisti passino alla direzione d’orchestra perché il violoncello è uno strumento molto faticoso e dopo una certa età si fa fatica. Anch’io avrei preferito avere una concerto del solo Dindo. Cordialmente, Giuseppina Speltini
"Mi piace""Mi piace"
Grazie per essee una mia lettrice!
"Mi piace""Mi piace"