Sinfonica

I solisti di Pavia/Enrico Dindo – Bologna Musica Insieme 18 Novembre 2024


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Non sono mai stato …
. .un “fan” delle trascrizioni (se non quelle autentiche degli autori, ad esempio quella della grande fuga op. 133 di Beethoven per pianoforte a quattro mani) perchè a mio giudizio tradiscono lo spirito compositivo degli originali.  Ma come sempre, anche in questo contesto, ci sono trascrizioni (o rielaborazioni) di qualità diversa.  Quelle presentate nel concerto in questione (Popper e Prokof’ev ) si collocano fra quelle di qualità. Un concerto interessante perché ha presentato anche brani di due compositori poco eseguiti (Popper e Weinberg – due violoncellisti molto noti ai loro tempi) che – come molti altri – non godono della popolarità di quelli “di repertorio”). E soprattutto la recente riscoperta di Weinberg (ci cui vale la pena di ricordare una bellissima sonata per violoncello e pianoforte riproposta da Brunello) è compositore di grande inventiva, di impianto tonale ma nel quale non mancano passi cromatici. La formazione di E. Dindo è stata all’altezza del compito sia per la presenza di due eccellenti violoncellisti, sia per un primo violino che ha meritato un applauso specifico. Quanto a Dindo non scopriamo oggi che si tratta di uno dei maggiori strumentisti il cui talento espressivo è stato sottolineato nei due bis di Čajkovskij, “notturno” e “andante cantabile”. Suono bellissimo e sfumature espressive di altissimo valore. Ma Dindo, come moli altri solisti, soggiace al richiamo della direzione (Bashmet, Ashkenazy, Rostropovich tanto per fare aluni nomi) e non dà in questo contesto il meglio di sé stesso. L’esecuzione della sinfonia di Weinberg è risultata un po’ squilibrata nei vari comparti.  Pur riconoscendo che è molto meno faticoso dirigere che suonare forse sarebbe meglio che ognuno  limitasse il suo ambito là dove eccelle. Ma in complesso un buon concerto.
Programma
D. Popper            Requiem per tre violoncelli e archi (orchestrazione di Enrico Dindo)
S. Prokof’ev         Sonata in do maggiore op. 119 (versione per violoncello e archi di E. Dindo)
M. Weinberg         Sinfonia da camera n.1 op. 145 per orchestra d’archi
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(Giovanni Neri 78)
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I’ve never been a “fan” of the transcriptions (if not the authentic ones of the authors, for example that of Beethoven’s great fugue op. 133 for piano four hands) because in my opinion they betray the compositional spirit of the originals.  But as always, even in this context, there are transcriptions (or reworkings) of different quality.  Those presented in the concert in question (Popper and Prokofiev) are among those of quality. An interesting concert because it also presented pieces by two composers who were rarely performed (Popper and Weinberg – two cellists well known in their time) who – like many others – do not enjoy the popularity of those “from the repertoire”). And above all, the recent rediscovery of Weinberg (whose is worth mentioning a beautiful sonata for cello and piano revived by Brunello) is a composer of great inventiveness, with a tonal structure but in which there is no lack of chromatic passages. E. Dindo’s formation was up to the task both for the presence of two excellent cellists, and for a first violin who deserved a specific applause. As for Dindo, we do not discover today that he is one of the greatest instrumentalists whose expressive talent was underlined in Tchaikovsky’s two encores, “nocturne” and “andante cantabile”. Beautiful sound and expressive nuances of the highest value. But Dindo, like many other soloists, submits to the call of the conductor (Bashmet, Ashkenazy, Rostropovich just to name a few) and does not give the best of himself in this context. The performance of Weinberg’s symphony was a bit unbalanced in the various areas.  While acknowledging that conducting is much less tiring than playing, perhaps it would be better for everyone to limit their scope to where they excel. But overall a good concert.
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2 risposte a "I solisti di Pavia/Enrico Dindo – Bologna Musica Insieme 18 Novembre 2024"

  1. Avatar di Giuseppina Speltini Giuseppina Speltini ha detto:

    Caro Kurvenal

    sono una sua lettrice stabile e mi trovo spesso d’accordo con Lei. Anche sul concerto di ieri sera. Credo che diversi violoncellisti passino alla direzione d’orchestra perché il violoncello è uno strumento molto faticoso e dopo una certa età si fa fatica. Anch’io avrei preferito avere una concerto del solo Dindo. Cordialmente, Giuseppina Speltini

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