
MATISSE
Ho aspettato due ..
. . giorni prima di scrivere questo post perchè ho avuto bisogno di riprendermi dopo lo shock dello spettacolo (4 ore iniziato alle 20 – senza senso: si deve cominciare almeno alle 19.30, come nei teatri seri). Sembra che siano passati 40 anni dall’ultima “Forza” al comunale ma penso che altri 80 siano il minimo e soprattutto avendo cura di evitare una versione integrale che ha un libretto semplicemente demenziale. Uno zibaldone privo di senso con scene fra loro totalmente scollegate, probabilmente il peggio delle opere di Verdi (addirittura con un venditore di cianfrusaglie – ma che ci capa in una tragedia? Sembra un tentativo di scimmiottare il grande William che intercalava nelle sue tragedie intermezzi spiritosi durante i quali il pubblico aveva modo di mangiare e bere. Ma qui niente da fare…). . Ed è ora di smettere di dire che “però la musica è bella”. Un’opera è uno spettacolo complessivo altrimenti va rappresentata in forma di oratorio senza sopratitoli o – meglio ancora – scegliendo alcuni dei brani migliori, segnatamente , l’ouverture, e le arie principali fino alla famosa “pace mio Dio”. Insomma riproponendo una versione moderna dei concerti Martini e Rossi. Non c’è nulla da fare: i libretti belli (o per lo meno non inaccettabili) sono solo quelli che derivano da opere letterarie di qualità (si pensi al Don Carlo, al Macbeth, all’Otello etc.) altrimenti siamo in pieno grand guignol quando non all’avanspettacolo. Qui tutto è privo di senso (bisognerebbe chiedere a Leonora perché al chiostro preferisca uno “speco” o perché Don Carlo e Don Alvaro si trovino davanti allo speco – che dovrebbe essere inaccessibile – per il duello finale. Ma è chiedere troppo). Insomma una scelta che ha giustamente raccolto pochissimo successo e che grazie anche a un condizionamento fallimentare (caldo insopportabile) e al protrarsi dello spettacolo ha visto anche via via scemare il già non folto pubblico. La conduzione di Fisch è stata come sempre di qualità se si eccettua un ritmo eccessivamente lento nel “solo” del clarino nell’ouverture. Aronica è stato sostituito da un tenore a me ignoto il cui nome non ho potuto cogliere per un sistema audio deficitario (le sostituzioni si annunciano sul palcoscenico!!) ma che certamente non è all’altezza della parte. Voce non gradevole, intonazione incerta ed espressività pressoché nulla. Molto buono invece il baritono Viviani nel ruolo di Don Carlo e soprattutto superlativa Erika Grimaldi nel ruolo di Eleonora. Il resto del cast non superiore a un livello di sufficienza stentata. Anche la scenografia ,che ha ripreso quella di Parma, è stata ridotta (grazie ai ben noti limiti del “nouveau”) con ovvie conseguenze contribuendo al fallimento di una serata assolutamente da dimenticare. Ovviamente niente foto grazie alla “generosità” del teatro che non ne pubblica. Confrontare anche in questo la Scala…. Sono da anni abbonato alle “prime” ma sto seriamente valutando di non rinnovare l’abbonamento (che pago, a differenza dei corifei che intonano i soliti, noiosi peana) vista la qualità degli spettacoli… Dimenticavo: c’è anche stata una clacque particolarmente fastidiosa, a proposito di prezzolati…..
PS Sono costretto ancora una volta a segnalare che commenti “anonimi” e non inviati ai “commenti” dei posts sono immediatamente cassati
(Giovanni Neri 77)
Direttore Asher Fisch
Regia, scene e costumi Yannis Kokkos
Produzione Tcbo con Teatro Regio Parma, Teatro Massimo di Palermo, Opéra Orchestre National Montpellier Occitaine
Orchestra Coro e Tecnici del Teatro Comunale di Bologna
MAESTRO DEL CORO Gea Garatti Ansini
Cast
DON ALVARO Roberto Aronica
DONNA LEONORA Erika Grimaldi
DON CARLO DI VARGAS Gabriele Viviani
PREZIOSILLA Nino Surguladze
PADRE GUARDIANO Rafał Siwek
FRA’ MELITONE Roberto De Candia
MARCHESE DI CALATRAVA Cristian Saitta
MASTRO TRABUCCO Orlando Polidoro
CURRA Federica Giansanti
UN ALCADE Fabrizio Brancaccio
UN CHIRURGO Tong Liu
A coloro che leggono il blog chiederei cortesemente la registrazione (che non comporta nulla). Così facendo riceveranno un e-mail tutte le volte che un nuovo post è pubblicato.






Vedrò l’opera questa sera (20/06), e non farò quindi commenti specifici. Ho seguito tuttavia la diretta di radio 3 della prima e stranamente fino agli applausi finali è stato dato Aronica come Don Álvaro (???). Chiunque fosse il tenore, alla radio è parso di buon livello a un modesto melomane come me. Una volta condiviso tutto il male che si può dire del libretto della Forza, mi pare però che non sia peggio dei libretti di molte altre opere da sempre amate dai melomani (pensate che storiaccia sarebbe Trovatore senza le arie del Conte di Luna e di Leonora). Perché, credo occorra farsene una ragione, è solo la musica sublime che riscatta in molti casi libretti che spesso non arrivano nemmeno al livello delle più corrive telenovele dei giorni nostri. E la soluzione non può certo essere quella di eseguire florilegi di arie e ouverture, che anzi potrebbe rappresentare un altro passo verso la fine dell’opera lirica.
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Ci sono libretti e libretti. Pensiamo a quelli di Da Ponte, di Wagner ma anche molti di Donizetti, di Strauss etc. etc. E ci sono libretti ignobili come la Forza (persino peggiore di Rigoletto). Ma anche Verdi ha avuto libretti più che accettabili: si pensi al Don Carlo, al Macbeth, al Falstaff, a Otello… La Forza no, non si può. Già è inaccettabile quando vengono tagliate le scene che c’entrano come i cavoli a merenda ma l’integrale… No, non si può… Poi non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace.
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La ringrazio come sempre del suo contributo.
Sono assolutamente d’accordo con lei che quest’opera, in forma integrale, abbia dei problemi di sviluppo troppo grandi per non essere notati. Tuttavia, data la mia giovane età, ho apprezzato la possibilita di vederla in forma completa, per rendermi conto anche del motivo dei tagli. Chiaramente, se statisticamente viene eseguita maggiormente in forma integrale, sarebbe incomprensibile. Nonostante gli spunti musicali siano notevoli, anch’io trovo il libretto tendente all’aberrante.
Non avendo visto l’allestimento del Regio, ho apprezzato la semplicità e la chiarezza dell’allestimento odierno. L’immagine degli oggetti posti in obliquo perchè piegati dalla forza del destino appare ben chiara. Nota sui costumi, non ho capito come mai le tre attrici abbiano abiti da sera moderni nella danza della follia, totalmente fuori contesto rispetto a degli abiti storici indossati dal resto dei popolani.
Per quanto riguarda il cast, essendo stato alla prima, mi esprimo solo sul primo. Ho preferito su tutti il Padre Guardiano, sia per la coloratura data alla voce sia per l’ottima interpretazione della parte. In crescendo Leonora dopo un primo atto non brillante, con un quarto atto veramente degno di nota per la precisione e la trasparenza della voce, in particolare nel registro acuto. Preziosilla ha terribilemente sofferto di problemi di dizione, che ha abbassato il valore della prova, nonostante l’ottimo timbro. Discorso a parte per le due voci maschili che non mi hanno impressionato, il tenore a poco agio con il registro acuto tra le altre cose – una costante, ultimamente – e in generale, ho avuto l’impressione che entrambi ricercassero più la potenza che l’interpretazione.
Un’ottima prova dell’orchestra, sono sempre molto soddisfatto del Maestro Fisch.
Di solito non spendo parole per il pubblico, tuttavia credo che sarebbe necessario estirpare gli applausi anticipati alla fine di un’opera che termina, come in questo caso, su un ritmo piano. Un semaforo sopra il sipario potrebbe essere un’interessante soluzione…
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Letto quanto il nostro blogger ha scritto.
Ieri sera – domenica- ho potuto ascoltare il secondo cast.
Per indisposizione della Signora Tiburzi ha cantato nel ruolo di Leonora l’ottima Signora Grimaldi (primo cast). Voce eccellente oltre ad una presenza scenica di rilievo. La sorpresa è stata per il tenore, il Signor Villari. Una voce possente tutta fuori, capace di dolcezze e di grandi spunti eroici. Come tutte le grandi voci ha peccato in qualche momento di un’intonazione perfettibile, ma è stata veramente una grande sorpresa.
Vero tenore verdiano. Applausi meritatissimi per lui e richiesta di bis, diffusa per il teatro (teatro?), segno di un apprezzamento a tutto tondo.
Non più di buona la tecnica vocale del Sig. Meo, con appoggio leggermente in gola nelle tessiture alte, di gusto e scuola risalente.
Chi scrive ha l’impressione che nelle ultime due stagioni siano più apprezzabili i cantanti dei secondi cast.
Buonissima anche la prova del Sig. Rosalen (Padre Guardiano), voce imponente del basso togato, nonchè del Sig Vitale (Frà Melitone).
Non si taccia nemmeno di Preziosilla (Signora Melis) ruolo sicuramente non agevole e ricoperto con grande destrezza.
L’ho trovato uno spettacolo molto gradevole, eccezion fatta per la durata e la messa in scena integrale, come il nostro blogger ha già detto.
Auspico tuttavia, e già lo scrissi, un ritorno alle scene di cartapesta dipinta.
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Non so se il tenore sostitutivo della prima serata fosse Villari. Se si l’impressione che ha dato è stata molto diversa da quella che lei ha ricevuto. . Molto diversa….. a detta di molti presenti
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