Sinfonica

La forza del destino – Comunale nouveau 17 Giugno 2023


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Medici senza frontiere

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MATISSE
Ho aspettato due   ..
. . giorni prima di scrivere questo post perchè ho avuto bisogno di riprendermi dopo lo shock dello spettacolo (4 ore iniziato alle 20 – senza senso: si deve cominciare almeno alle 19.30, come nei teatri seri). Sembra che siano passati 40 anni dall’ultima “Forza” al comunale ma penso che altri 80 siano il minimo e soprattutto avendo cura di evitare una versione integrale che ha un libretto semplicemente demenziale. Uno zibaldone privo di senso con scene fra loro totalmente scollegate, probabilmente il peggio delle opere di Verdi (addirittura con un venditore di cianfrusaglie – ma che ci capa in una tragedia?  Sembra un tentativo di scimmiottare il grande William che intercalava nelle sue tragedie intermezzi spiritosi durante i quali il pubblico aveva modo di mangiare e bere. Ma qui niente da fare…).  . Ed è ora di smettere di dire che “però la musica è bella”. Un’opera è uno spettacolo complessivo altrimenti va rappresentata in forma di oratorio senza sopratitoli  o  – meglio ancora – scegliendo alcuni dei brani migliori, segnatamente , l’ouverture, e le arie principali fino alla famosa “pace mio Dio”. Insomma riproponendo una versione moderna dei concerti Martini e Rossi.  Non c’è nulla da fare: i libretti belli (o per lo meno non inaccettabili) sono solo quelli che derivano da opere letterarie di qualità (si pensi al Don Carlo, al Macbeth, all’Otello etc.) altrimenti siamo in pieno grand guignol quando non all’avanspettacolo. Qui tutto è privo di senso (bisognerebbe chiedere a Leonora perché al chiostro preferisca uno “speco” o perché Don Carlo e Don Alvaro si trovino davanti allo speco – che dovrebbe essere inaccessibile – per il duello finale. Ma è chiedere troppo).  Insomma una scelta che ha giustamente raccolto pochissimo successo e che grazie anche a un condizionamento fallimentare (caldo insopportabile) e al protrarsi dello spettacolo ha visto anche via via scemare il già non folto pubblico. La conduzione di Fisch è stata come sempre di qualità se si eccettua un ritmo eccessivamente lento nel “solo” del clarino nell’ouverture. Aronica è stato sostituito da un tenore a me ignoto il cui nome non ho potuto cogliere per un sistema audio deficitario (le sostituzioni si annunciano sul palcoscenico!!) ma che certamente non è all’altezza della parte. Voce non gradevole, intonazione incerta ed espressività pressoché nulla. Molto buono invece il baritono Viviani nel ruolo di Don Carlo e soprattutto superlativa Erika Grimaldi nel ruolo di Eleonora. Il resto del cast non superiore a un livello di sufficienza stentata.  Anche la scenografia ,che ha ripreso quella di Parma, è stata ridotta (grazie ai ben noti limiti del “nouveau”) con ovvie conseguenze contribuendo al fallimento di una serata assolutamente da dimenticare. Ovviamente niente foto grazie alla “generosità” del teatro che non ne pubblica.  Confrontare anche in questo la Scala…. Sono da anni abbonato alle “prime” ma sto seriamente valutando di non rinnovare l’abbonamento (che pago, a differenza dei corifei che intonano i soliti, noiosi peana) vista la qualità degli spettacoli… Dimenticavo: c’è anche stata una clacque particolarmente fastidiosa, a proposito di prezzolati…..
PS Sono costretto ancora una volta a segnalare che commenti “anonimi” e non inviati ai “commenti” dei posts sono immediatamente cassati
(Giovanni Neri 77)
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Direttore Asher Fisch

Regia, scene e costumi Yannis Kokkos

Produzione Tcbo con Teatro Regio Parma, Teatro Massimo di Palermo, Opéra Orchestre National Montpellier Occitaine

Orchestra Coro e Tecnici del Teatro Comunale di Bologna

MAESTRO DEL CORO Gea Garatti Ansini

Cast

DON ALVARO Roberto Aronica

DONNA LEONORA Erika Grimaldi

DON CARLO DI VARGAS Gabriele Viviani

PREZIOSILLA Nino Surguladze

PADRE GUARDIANO Rafał Siwek

FRA’ MELITONE Roberto De Candia

MARCHESE DI CALATRAVA Cristian Saitta

MASTRO TRABUCCO Orlando Polidoro

CURRA Federica Giansanti

UN ALCADE Fabrizio Brancaccio

UN CHIRURGO Tong Liu

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I waited two days before writing this post because I needed to recover after the shock of the show (4 hours started at 20 – nonsense but this is the amateurish management of a suburban theater). It seems that 40 years have lasted since the last “Forza” at the comunale but I think that another 80 are the minimum and above all taking care to avoid a full version that has a simply nonsense libretto. A meaningless hodgepodge with totally unconnected scenes, probably the worst of Verdi’s operas (even with a junk seller – but what does he make in a tragedy?  It seems an attempt to copy the great William who interspersed in his tragedies witty interludes during which the public had the opportunity to eat and drink. But here no…).  . And it’s time to stop saying that “but the  music is beautiful”. An opera is an overall show otherwise it must be represented in the form of an oratorio without surtitles or – better still – choosing some of the best pieces, namely, the overture, and the main arias up to the famous “Pace mio Dio“.  There is nothing to do: the beautiful librettos (or at least not unacceptable) are only those that derive from quality literary works (think of Don Carlo, Macbeth, Othello etc.) otherwise we are in full grand guignol. Here everything is meaningless (we should ask Leonora why she prefers a “speco” to the cloister or why Don Carlo and Don Alvaro are in front of the speco – which should be inaccessible – for the final duel. But that’s asking too much).  In short, a choice that has rightly collected very little success and that thanks to a failed air conditioning and the protracted show has also seen gradually diminish the already not large audience. Fisch’s conducting was, as always, of quality except for an excessively slow rhythm in the “solo” of the clarinet in the overture. Aronica has been replaced by a carneade whose name I did not catch but which certainly is not up to the role. Unpleasant voice, uncertain intonation and almost no expressiveness. Very good instead the baritone Viviani in the role of Don Carlo and above all superlative Erika Grimaldi in the role of Eleonora. The rest of the cast does not exceed a bare level of sufficiency.  Even the scenography that has taken up that of Parma has been reduced (thanks to the well-known limits of the “nouveau”) contributing to the failure of an evening absolutely to forget. Obviously no photos thanks to the “generosity” of the theater that does not publish them.  Compare the Scala…. I have been  a subscribr of the “premieres” for many years but I’m seriously considering not renewing the subscription (which I pay, unlike the coryphae who sing the usual, boring paeans) given the quality of the performances … I nearly forgot: there was also a particularly annoying clacque …..
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6 risposte a "La forza del destino – Comunale nouveau 17 Giugno 2023"

  1. Avatar di Antonio Contestabile Antonio Contestabile ha detto:

    Vedrò l’opera questa sera (20/06), e non farò quindi commenti specifici. Ho seguito tuttavia la diretta di radio 3 della prima e stranamente fino agli applausi finali è stato dato Aronica come Don Álvaro (???). Chiunque fosse il tenore, alla radio è parso di buon livello a un modesto melomane come me. Una volta condiviso tutto il male che si può dire del libretto della Forza, mi pare però che non sia peggio dei libretti di molte altre opere da sempre amate dai melomani (pensate che storiaccia sarebbe Trovatore senza le arie del Conte di Luna e di Leonora). Perché, credo occorra farsene una ragione, è solo la musica sublime che riscatta in molti casi libretti che spesso non arrivano nemmeno al livello delle più corrive telenovele dei giorni nostri. E la soluzione non può certo essere quella di eseguire florilegi di arie e ouverture, che anzi potrebbe rappresentare un altro passo verso la fine dell’opera lirica.

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    • Avatar di Giovanni Neri Giovanni Neri ha detto:

      Ci sono libretti e libretti. Pensiamo a quelli di Da Ponte, di Wagner ma anche molti di Donizetti, di Strauss etc. etc. E ci sono libretti ignobili come la Forza (persino peggiore di Rigoletto). Ma anche Verdi ha avuto libretti più che accettabili: si pensi al Don Carlo, al Macbeth, al Falstaff, a Otello… La Forza no, non si può. Già è inaccettabile quando vengono tagliate le scene che c’entrano come i cavoli a merenda ma l’integrale… No, non si può… Poi non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace.

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  2. Avatar di Giacomo Giuliani Giacomo Giuliani ha detto:

    La ringrazio come sempre del suo contributo.
    Sono assolutamente d’accordo con lei che quest’opera, in forma integrale, abbia dei problemi di sviluppo troppo grandi per non essere notati. Tuttavia, data la mia giovane età, ho apprezzato la possibilita di vederla in forma completa, per rendermi conto anche del motivo dei tagli. Chiaramente, se statisticamente viene eseguita maggiormente in forma integrale, sarebbe incomprensibile. Nonostante gli spunti musicali siano notevoli, anch’io trovo il libretto tendente all’aberrante.

    Non avendo visto l’allestimento del Regio, ho apprezzato la semplicità e la chiarezza dell’allestimento odierno. L’immagine degli oggetti posti in obliquo perchè piegati dalla forza del destino appare ben chiara. Nota sui costumi, non ho capito come mai le tre attrici abbiano abiti da sera moderni nella danza della follia, totalmente fuori contesto rispetto a degli abiti storici indossati dal resto dei popolani.

    Per quanto riguarda il cast, essendo stato alla prima, mi esprimo solo sul primo. Ho preferito su tutti il Padre Guardiano, sia per la coloratura data alla voce sia per l’ottima interpretazione della parte. In crescendo Leonora dopo un primo atto non brillante, con un quarto atto veramente degno di nota per la precisione e la trasparenza della voce, in particolare nel registro acuto. Preziosilla ha terribilemente sofferto di problemi di dizione, che ha abbassato il valore della prova, nonostante l’ottimo timbro. Discorso a parte per le due voci maschili che non mi hanno impressionato, il tenore a poco agio con il registro acuto tra le altre cose – una costante, ultimamente – e in generale, ho avuto l’impressione che entrambi ricercassero più la potenza che l’interpretazione.

    Un’ottima prova dell’orchestra, sono sempre molto soddisfatto del Maestro Fisch.

    Di solito non spendo parole per il pubblico, tuttavia credo che sarebbe necessario estirpare gli applausi anticipati alla fine di un’opera che termina, come in questo caso, su un ritmo piano. Un semaforo sopra il sipario potrebbe essere un’interessante soluzione…

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  3. Avatar di Fabio Zucchini Fabio Zucchini ha detto:

    Letto quanto il nostro blogger ha scritto.
    Ieri sera – domenica- ho potuto ascoltare il secondo cast.
    Per indisposizione della Signora Tiburzi ha cantato nel ruolo di Leonora l’ottima Signora Grimaldi (primo cast). Voce eccellente oltre ad una presenza scenica di rilievo. La sorpresa è stata per il tenore, il Signor Villari. Una voce possente tutta fuori, capace di dolcezze e di grandi spunti eroici. Come tutte le grandi voci ha peccato in qualche momento di un’intonazione perfettibile, ma è stata veramente una grande sorpresa.
    Vero tenore verdiano. Applausi meritatissimi per lui e richiesta di bis, diffusa per il teatro (teatro?), segno di un apprezzamento a tutto tondo.
    Non più di buona la tecnica vocale del Sig. Meo, con appoggio leggermente in gola nelle tessiture alte, di gusto e scuola risalente.
    Chi scrive ha l’impressione che nelle ultime due stagioni siano più apprezzabili i cantanti dei secondi cast.
    Buonissima anche la prova del Sig. Rosalen (Padre Guardiano), voce imponente del basso togato, nonchè del Sig Vitale (Frà Melitone).
    Non si taccia nemmeno di Preziosilla (Signora Melis) ruolo sicuramente non agevole e ricoperto con grande destrezza.
    L’ho trovato uno spettacolo molto gradevole, eccezion fatta per la durata e la messa in scena integrale, come il nostro blogger ha già detto.
    Auspico tuttavia, e già lo scrissi, un ritorno alle scene di cartapesta dipinta.

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    • Avatar di Giovanni Neri Giovanni Neri ha detto:

      Non so se il tenore sostitutivo della prima serata fosse Villari. Se si l’impressione che ha dato è stata molto diversa da quella che lei ha ricevuto. . Molto diversa….. a detta di molti presenti

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