
MATISSE
Finalmente! ..
… .E’ proprio il caso di dirlo: uno dei capolavori di R.Strauss viene eseguito per la prima volta a Bologna, città che pure essendo considerata una città Wagneriana, con R. Strauss ha un rapporto controverso. La storia – stralunata – poteva essere solo concepita da un grande autore come H.von Hofmannsthal e la sua versione musicale arrischiata da R.Strauss. Il libretto, nella sua essenzialità, si basa sulla vicenda di una rappresentazione in un castello – dopo la cena – di una nuova opera seria (appunto l’Ariadne auf Naxos) cui deve far seguito una esibizione di guitti, cosa che viene mal digerita da tutto il cast dell’Ariadne. Ma a complicare le cose il padrone di casa, per motivi di tempo (alle 9 ci sono i fuochi artificiali) richiede che le due rappresentazioni vengano unificate con le proteste immaginabili. Ma il maggiordomo – che ha annunciato la volontà del padrone di casa – ricorda a tutti gli artisti che sono ben pagati e quindi è meglio che obbediscano. In fretta e furia si cerca una soluzione che viene trovata solo quando Zerbinetta, la sciantosa della compagnia dei guitti, seduce di fatto il compositore della Ariadne. Ne segue un secondo atto con Ariadne che sola a Nasso (abbandonata da Teseo) invoca la morte circondata dalle naiadi (in realtà una naiade, una driade e un echo, nella migliore tradizione classicistica). Segue un siparietto in cui Zerbinetta espone alla compagnia la sua filosofia di vita (tradire è normale e fa parte della vita e deve essere preso con leggerezza e anticipa la sua visione che ogni nuovo amante per ogni donna è un dio). Finale con Ariadne che convinta che finalmente sia arrivato il dio della morte tanto invocata di fatto si trova davanti Bacco – simbolo della vitalità – e rinasce alla vita. Una vicenda complessa in cui convivono tragedia e commedia e meravigliosamente sottolineata dalle espressioni ellittiche di von Hofmanstahl, tradotte in modo becero nei sopratitoli (anche con errori di grammatica come obblio al posto di oblio….). Un tedesco assolutamente non facile ma che imporrebbe una traduzione di assoluta qualità. Ma non è questo il caso (come già è successo ..).

Così come il testo è arduo, arduo è il compito della regia che deve sempre trovare il giusto equilibrio fra le diverse parti dell’opera e trovare una soluzione affinchè il tutto non sembri slegato ma facente parte – per quanto strampalato – di una stessa vicenda. Paul Curran (una vecchia conocenza del pubblico bolognese) trova spesso (ma non sempre) gli accenti giusti. Ed è solo in parte coadiuvato dei cantanti. Ma rimanendo alla regia, molto riuscito è il primo atto, se si eccettua il fatto di trasformare il compositore in una compositrice con i sopratitoli del teatro che mantengono invece il genere previsto dal testo. Un innecessario tributo alla assoluta parità dei sessi che inoltre stona con il carattere di Zerbinetta, figura centrale come Ariadne. Zerbinetta è la leggerezza dell’essere che vive solo al presente anche se in un passo del primo atto confessa al compositore (pardon, alla compositrice) che anche lei ha una sua sensibilità e forse sofferenza. La Zerbinetta di Olga Pudova è bravissima dal punto di vista del canto meno dal punto di vista della capacità scenica. Le manca quella malizia di con le pupille dar retta a mille, di ammiccare senza concedersi, di sedurre senza mostrarsi. Un ruolo scenicamente molto difficile che richiede un’impostazione teatrale da consumata attrice che manca alla Pudova.

Non viene di certo aiutata in questo da un abbigliamento nel secondo atto e una corrispondente scena color confetto con i guitti che si comportano come i Platters degli anni ’50 o i 4+4 di Nora Orlandi. Insomma una scenografia anni ’50 che con la vicenda di Zerbinetta ricorda i famosi “cavoli a merenda”. Non c’è dubbio che si debba rappresentare un contesto ludico ma come già sottolineato con pizzico di malizia e – se si vuole – anche di malinconia. Insomma un equilibrio difficile (ricordando sempre l’ellitticità dell’autore del testo) ed è in questo che si rivela la qualità di un regista. Peccato. E per quanto riguarda Ariadne vanno sollineate la grandi qualità vocali di Dorothea Röschmann nel ruolo di Arianna. Una voce drammatica e di incredibile potenza, con l’unico limite che le mancano i mezzi toni: canta sempre a 1000 Db anche quando, compiangendosi, necessiterebbe di un tono più intimistico. Quanto a Bacco (Daniel Kirch) si può solo dirne bene. Ottima qualità tutti gli altri artisti, e complimenti anche alla naiade (?) che viene svestita dal regista e che non sfigura esteticamente di certo. Quanto al direttore Valčuha (anch’esso ben noto ai bolognesi) non ho trovato pecche contribuendo al successo dell’opera. Successo pieno, con un pubblico contento ma non entusiasta (mica è Verdi eh) se si eccettua il rompiscatole che mi sedeva di fianco e che, oltre a ridere a ogni piè sospinto, anche totalmente fuori luogo, costituiva la solita, inutile, fastidiosa, rumorosa clacque. Il duo Hofmannsthal-Strauss meriterebbe molto di meglio.
![]()

![]()
DIRETTORE Juraj Valčuha
REGIA Paul Curran
Cast
LA PRIMA DONNA (ARIANNA) Dorothea Röschmann
IL TENORE (BACCO) Daniel Kirch
ZERBINETTA Olga Pudova
ARLECCHINO Tommaso Barea
SCARAMUCCIO Mathias Frey
TRUFFALDINO Vladimir Sazdovski
BRIGHELLA Carlos Natale
IL COMPOSITORE Victoria Karkacheva
IL MAESTRO DI MUSICA Markus Werba
IL MAESTRO DI BALLO Cristiano Olivieri
UN PARRUCCHIERE Riccardo Fioratti
UN LACCH’ Maurizio Leoni
UN UFFICIALE Paolo Antognetti
IL MAGGIORDOMO Martin Turba
NAJADE Nofar Yacobi
DRIADE Adriana Di Paola
ECHO Chiara Notarnicola





Pingback: Ariadne auf Naxos – La Scala Milano 15 Aprile 2022 | Kurvenal: le recensioni musicali
Non sono sicuro di comprendere il commento
"Mi piace""Mi piace"
Leggo nella sua recensione: “Ma rimanendo alla regia, molto riuscito è il primo atto, se si eccettua il fatto di trasformare il compositore in una compositrice …”
Non si tratta di una trasformazione del regista, ma di una scelta del compositore come risulta dalla partitura. La prima interprete del ruolo del compositore fu la famosa Lotte Lehmann.
"Mi piace""Mi piace"
Vero, la grandissima Lotte, bravissima anche nel repertorio liederistico. Ma a Bologna i sopratitoli (e in generale la tradizione) spostano il personaggio nel genere maschile.
"Mi piace""Mi piace"
Ho rivisto, dopo la Prima, lo spettacolo.bello, Confermata l’eccessiva potenza del cantare di Arianna, anche fuori luogo, a mio parere. Suggerisco al management del Comunale una intera Stagione dedicata a Wagner e Strauss, vistI i felici esiti. Il Comunale potrebbe rientrare nei circuiti internazionali. Al di la’ della boutade, penso che sarebbe buona norma tradurre anche in inglese i sovratitoli ( come avviene altrove ). Ieri avevo nel palco solo anglofoni, che si affannavano sull’app suggerita dal Comunale a trovare il testo dell’Opera in inglese.
"Mi piace""Mi piace"
Approvo al 100% purchè la traduzione sia accettabile. La traduzione italiana dal tedesco era da piangere (ma possibile che non si possa utilizzare un traduttore adeguato o ancor meglio un testo che si trova su Internet, previa richiesta di autorizzazione)? Quanto a una stagione dedicata a Wagner e Strauss…. potremmo accontentarci di una maggiore incidenza dei due compositori. Ma con il management attuale e l’attuale (s)consiglio di indirizzo vale la pena di ricordare la famosa espressione dantesca del Purgatorio ” State contenti, umana gente, al ‘quia’ “….. A proposito di traduzioni al Comunale posso ricordare una celebre topica di alcuni anni fa. La frase inglese “he was presented with the prize…” (gli fu attribuito il premio ..) fu tradotta nei sopratitoli con “fu presentato con il premio….”!!!!
"Mi piace""Mi piace"