Sinfonica

Ariadne auf Naxos – Bologna teatro comunale 20 Marzo 2022


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MATISSE
 
Finalmente! ..
… .E’ proprio il caso di dirlo: uno dei capolavori di R.Strauss viene eseguito per la prima volta a Bologna, città che pure essendo considerata una città Wagneriana, con R. Strauss ha un rapporto controverso. La storia – stralunata – poteva essere solo concepita da un grande autore come H.von Hofmannsthal e la sua versione musicale arrischiata da R.Strauss. Il libretto, nella sua essenzialità, si basa sulla vicenda di una rappresentazione in un castello – dopo la cena – di una nuova opera seria (appunto l’Ariadne auf Naxos) cui deve far seguito una esibizione di guitti, cosa che viene mal digerita da tutto il cast dell’Ariadne. Ma a complicare le cose il padrone di casa, per motivi di tempo (alle 9 ci sono i fuochi artificiali) richiede che le due rappresentazioni vengano unificate con le proteste immaginabili. Ma il maggiordomo – che ha annunciato la volontà del padrone di casa – ricorda a tutti gli artisti che sono ben pagati e quindi è meglio che obbediscano.  In fretta e furia si cerca una soluzione che viene trovata solo quando Zerbinetta, la sciantosa della compagnia dei guitti, seduce di fatto il compositore della Ariadne. Ne segue un secondo atto con Ariadne che sola a Nasso (abbandonata da Teseo) invoca la morte circondata dalle naiadi (in realtà una naiade, una driade e un echo, nella migliore tradizione classicistica). Segue un siparietto in cui Zerbinetta espone alla compagnia la sua filosofia di vita (tradire è normale e fa parte della vita e deve essere preso con leggerezza e anticipa la sua visione che ogni nuovo amante per ogni donna è un dio). Finale con Ariadne che convinta che finalmente sia arrivato il dio della morte tanto invocata di fatto si trova davanti Bacco – simbolo della vitalità – e rinasce alla vita. Una vicenda complessa in cui convivono tragedia e commedia e meravigliosamente sottolineata dalle espressioni ellittiche di von  Hofmanstahl, tradotte in modo becero nei sopratitoli (anche con errori di grammatica come obblio al posto di oblio….). Un tedesco assolutamente non facile ma che imporrebbe una traduzione di assoluta qualità. Ma non  è questo il caso (come già è successo ..).

Arianna a Nasso Bologna 2

Così come il testo è arduo, arduo è il compito della regia che deve sempre trovare il giusto equilibrio fra le diverse parti dell’opera e trovare una soluzione affinchè il tutto non sembri slegato ma facente parte – per quanto strampalato – di una stessa vicenda.  Paul Curran (una vecchia conocenza del pubblico bolognese) trova spesso (ma non sempre) gli accenti giusti. Ed è solo in parte coadiuvato dei cantanti. Ma rimanendo alla regia, molto riuscito è il primo atto, se si eccettua il fatto di trasformare il compositore in una compositrice con i sopratitoli del teatro che mantengono invece il genere previsto dal testo. Un innecessario tributo alla assoluta parità dei sessi che inoltre stona con il carattere di Zerbinetta, figura centrale come Ariadne.  Zerbinetta è la leggerezza dell’essere che vive solo al presente anche se in un passo del primo atto confessa al compositore (pardon, alla compositrice) che anche lei ha una sua sensibilità e forse sofferenza. La Zerbinetta di Olga Pudova è bravissima dal punto di vista del canto meno dal punto di vista della capacità scenica. Le manca quella malizia di con le pupille dar retta a mille,  di ammiccare senza concedersi, di sedurre senza mostrarsi.  Un ruolo scenicamente molto difficile che richiede un’impostazione teatrale da consumata attrice che manca alla Pudova.

Arianna a Nasso Bologna 1

Non viene di certo aiutata in questo da un abbigliamento nel secondo atto e una corrispondente scena color confetto con i guitti che si comportano come i Platters degli anni ’50 o i 4+4 di Nora Orlandi. Insomma una scenografia anni ’50 che con la vicenda di Zerbinetta ricorda i famosi “cavoli a merenda”. Non c’è dubbio che si debba rappresentare un contesto ludico ma come già sottolineato con pizzico di malizia e – se si vuole – anche di malinconia. Insomma un equilibrio difficile (ricordando sempre l’ellitticità dell’autore del testo) ed è in questo che si rivela la qualità di un regista. Peccato. E per quanto riguarda Ariadne vanno sollineate la grandi qualità vocali di Dorothea Röschmann nel ruolo di Arianna. Una voce drammatica e di incredibile potenza, con l’unico limite che le mancano i mezzi toni: canta sempre a 1000 Db anche quando, compiangendosi, necessiterebbe di un tono più intimistico. Quanto a Bacco (Daniel Kirch) si può solo dirne bene. Ottima qualità tutti gli altri artisti, e complimenti anche alla naiade (?) che viene svestita dal regista e che non sfigura esteticamente di certo. Quanto al direttore Valčuha (anch’esso ben noto ai bolognesi) non ho trovato pecche contribuendo al successo dell’opera. Successo pieno, con un pubblico contento ma non entusiasta (mica è Verdi eh) se si eccettua il rompiscatole che mi sedeva di fianco e che, oltre a ridere a ogni piè sospinto, anche totalmente fuori luogo, costituiva la solita, inutile, fastidiosa, rumorosa clacque. Il duo Hofmannsthal-Strauss meriterebbe molto di meglio.

Happy

Sad

Happy

DIRETTORE Juraj Valčuha

REGIA Paul Curran

Cast

LA PRIMA DONNA (ARIANNA) Dorothea Röschmann

IL TENORE (BACCO) Daniel Kirch

ZERBINETTA Olga Pudova

ARLECCHINO Tommaso Barea

SCARAMUCCIO Mathias Frey

TRUFFALDINO Vladimir Sazdovski

BRIGHELLA Carlos Natale

IL COMPOSITORE Victoria Karkacheva

IL MAESTRO DI MUSICA Markus Werba

IL MAESTRO DI BALLO Cristiano Olivieri

UN PARRUCCHIERE Riccardo Fioratti

UN LACCH’ Maurizio Leoni

UN UFFICIALE Paolo Antognetti

IL MAGGIORDOMO Martin Turba

NAJADE Nofar Yacobi

DRIADE Adriana Di Paola

ECHO Chiara Notarnicola

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At last!.. It is appropriate to say it: one of the masterpieces of R. Strauss is performed for the first time in Bologna, a city that although considered Wagnerian with R. Strauss has a controversial relationship. The story could only be conceived by a great author like H.von Hofmannsthal and his musical version risked by R.Strauss. The libretto, in its essentiality, is based on the story of a representation in a castle – after dinner – of a new serious opera (precisely the Ariadne auf Naxos) which must be followed by a performance of hikes, which is poorly accepted by the whole cast of Ariadne. But to complicate things the landlord, for reasons of time (at 9 there are fireworks) requires that the two representations be unified with the imaginable protests. But the butler – who announced the will of the landlord – reminds all artists that they are well paid and therefore it is better that they obey.  In a hurry a solution is sought that is found only when Zerbinetta, the chanteuse of the hikes company, seduces the composer of Ariadne. A second act follows with Ariadne who alone in Naxos (abandoned by Theseus) invokes death surrounded by the naiads (actually a naiad, a dryad and an echo, in the best classicist tradition). An episode follows in which Zerbinetta exposes to the company her philosophy of life (betrayal is normal and is part of life and must be taken lightly and anticipates her vision that every new lover for every woman is a god). Final with Ariadne who, convinced that the so much invoked  god of death has finally arrived, finds herself in front of Bacchus – symbol of vitality – and is reborn to life. A complex story in which tragedy and comedy coexist and wonderfully underlined by the elliptical expressions of von Hofmanstahl, translated in a rough way in the surtitles (even with grammar errors). A German absolutely not easy but that would require a translation of absolute quality. But this is not the case (as it has already happened ..). Just as the text is arduous, arduous is the task of the regisseur who must always find the right balance between the different parts of the work and find a solution so that everything does not seem unrelated but part – however bizarre – of the same story.  Paul Curran (an old acquaintance of the Bologna public) often (but not always) finds the right accents. And he is only partially assisted by the singers. But back to the direction, very successful is the first act, except for the fact of transforming the male composer into a female composer with the surtitles of the theater that maintain instead  the genre provided by the text. An unnecessary tribute to the absolute equality of the sexes that also clashes with the character of Zerbinetta, a central figure like Ariadne.  Zerbinetta is the lightness of the being that lives only in the present even if in a passage of the first act she confesses to the composer that she too has her own sensibility and perhaps suffering. Olga Pudova’s Zerbinetta is very good from the point of view of singing less from the point of view of stage control.. She lacks that malice of con le pupille dar retta a mille (Mozarts Così fan tutte), of winking without fully giving  herself, to seduce without showing it.  A very difficult stage role that requires a theatrical performance as a consummate actress that Pudova lacks. She is certainly not helped in this by a clothing in the second act and a corresponding candy-colored scene with the hikes  who behave like the Platters of the 50s. In short, a scenography of the fifties that has nothing to do with the story of Zerbinetta.. There is no doubt that we  a playful context must be represented  but as already emphasized with a pinch of malice and also of melancholy. In short, a difficult balance (always remembering the ellipticality of the author of the text) and it is in this that the quality of a regisseur is revealed. Too bad. And as far as Ariadne is concerned, the great vocal qualities of Dorothea Röschmann in the role of Arianna must be emphasized. A dramatic voice of incredible power, with the only limit that she lacks half tones: she always sings at 1000 db even when, complaining, she would need a more intimate tone. As for Bacchus (Daniel Kirch) one can only say well. Excellent quality all the other artists, and congratulations also to the naiade (?) that is undressed by the director and that certainly does not disfigure. As for the conductor Valčuha (also well known to the Bologna public) I did not find any flaws contributing to the success of the work. Good success, with a happy but not enthusiastic audience (it’s not Verdi eh) except for the troublemaker who sat next to me and who, in addition to laughing at every turn, even totally out of place, was the usual. useless, annoying, noisy clacque. The Hofmannsthal-Strauss duo deserves much better.
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6 risposte a "Ariadne auf Naxos – Bologna teatro comunale 20 Marzo 2022"

  1. Pingback: Ariadne auf Naxos – La Scala Milano 15 Aprile 2022 | Kurvenal: le recensioni musicali

  2. Leggo nella sua recensione: “Ma rimanendo alla regia, molto riuscito è il primo atto, se si eccettua il fatto di trasformare il compositore in una compositrice …”
    Non si tratta di una trasformazione del regista, ma di una scelta del compositore come risulta dalla partitura. La prima interprete del ruolo del compositore fu la famosa Lotte Lehmann.

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  3. Avatar di Italo Bicchierri Italo Bicchierri ha detto:

    Ho rivisto, dopo la Prima, lo spettacolo.bello, Confermata l’eccessiva potenza del cantare di Arianna, anche fuori luogo, a mio parere. Suggerisco al management del Comunale una intera Stagione dedicata a Wagner e Strauss, vistI i felici esiti. Il Comunale potrebbe rientrare nei circuiti internazionali. Al di la’ della boutade, penso che sarebbe buona norma tradurre anche in inglese i sovratitoli ( come avviene altrove ). Ieri avevo nel palco solo anglofoni, che si affannavano sull’app suggerita dal Comunale a trovare il testo dell’Opera in inglese.

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    • Approvo al 100% purchè la traduzione sia accettabile. La traduzione italiana dal tedesco era da piangere (ma possibile che non si possa utilizzare un traduttore adeguato o ancor meglio un testo che si trova su Internet, previa richiesta di autorizzazione)? Quanto a una stagione dedicata a Wagner e Strauss…. potremmo accontentarci di una maggiore incidenza dei due compositori. Ma con il management attuale e l’attuale (s)consiglio di indirizzo vale la pena di ricordare la famosa espressione dantesca del Purgatorio ” State contenti, umana gente, al ‘quia’ “….. A proposito di traduzioni al Comunale posso ricordare una celebre topica di alcuni anni fa. La frase inglese “he was presented with the prize…” (gli fu attribuito il premio ..) fu tradotta nei sopratitoli con “fu presentato con il premio….”!!!!

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