Frei aber einsam – Un sito irriverente e libero che recensisce gli eventi musicali. -Di tutti disse mal fuorché di Cristo scusandosi col dir "non lo conosco" – (Epitaffio di Pietro Aretino)
Un concerto “classicissimo” con un programma “classicissimo”, molto adatto a un pubblico eterogeneo raramente frequentatore di sale da concerto. Un ensemble con tutti i crismi dell’orchestra barocca: corni senza pistoni, fagotti e altri strumenti a fiato senza chiavi, violoncelli senza puntale, archi senza tiracantini (questa mi è sempre sembrata proprio un’inutile preziosità dal momento che l’accordatura e il suono dipendono unicamente dal manico e dal ponticello e con il tiracantino l’accordatura è più precisa), archetti impugnati in modo barocco (addirittura uno di un contrabbasso impugnato a metà!) etc. etc. Ma Mozart e Haydn richiedono un’orchestra barocca (e ci sarebbe da discutere su quali compositori anche antecedenti gradirebbero un’orchestra barocca con il suo suono ridotto in una sala come il Manzoni mentre le loro composizioni erano destinate a sale private di piccole dimensioni e con suonatori in piedi)? Ma tant’è: l’illusione di ricreare il non-ricreabile appare irresistibile anche per buttare un po’ di fumo negli occhi agli spettatori ma con il risultato di creare un suono troppo debole per una sala di grandi dimensioni. E la cosa vale a maggior ragione per il flauto solista, (anch’esso in legno e con struttura barocca) che è inevitabilmente risultato spesso sovrastato dall’orchestra. Ciò detto e quindi in un contesto tutt’altro che favorevole la prestazione del flautista Gatti è stata di qualità e l’orchestra ha dato il meglio di quanto poteva esprimere. Ma forse l’intera impostazione è da rivedere.
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Programma
Wolfgang Amadeus Mozart Sinfonia n. 10 in sol maggiore K74, Concerto in sol maggiore K313 per flauto e orchestra, Divertimento in re maggiore K136
Franz Joseph Haydn Sinfonia n.81 in sol maggiore Hob. I:81
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