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Alcune domande al teatro Comunale – Bologna 2 Novembre 2017

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Nel corso dell‘ultimo anno, in modo più o meno esplicito ho posto alcune domande ai vertici del teatro comunale che sono rimaste senza risposta. Provo a riformularle in modo esplicito nella convinzione che sia un diritto del pubblico bolognese (e in particolare degli abbonati) conoscere tutti i dettagli di una gestione che lascia certamente perplessi e che ha richiesto l’ennesimo intervento economico del comune per la sostenibilità del bilancio.
Per punti:
1) Nella sbandierata tournée in Giappone, in quali teatri e/o sale di Tokio si è esibita l‘orchestra del teatro? E con quali programmi?
2) Quali sono stati i ritorni economici?
3) I debiti pregressi della Filarmonica (impropriamente detta del teatro Comunale – ad esempio l’affitto del Manzoni) sono stati interamente saldati, vista anche la ventilata nuova convenzione?
4) La filarmonica si è esibita anche in rappresentazioni operistiche all‘estero e se si in base a quale accordo?
5) Che valore hanno le presenti sponsorizzazioni e quali iniziative sono state messe in campo per aumentarne il valore?
6) Per quale motivo non sono stati stipulati accordi organici con altre fondazioni geograficamente distanti (e quindi non sovrapponentisi) per condividere i costi degli allestimenti operistici come ripetutamente suggerito?
7) Rispondono a verità le voci giornalistiche che ventilano un avvicendamento alla guida del teatro? E se si in base a quali criteri di qualità, competenza e professionalità?
Le domande potrebbero essere assai di più ma proprio per avere poche ma chiare risposte, sono limitate nel numero nella speranza che la deontologia professionale dei responsabili del teatro imponga loro una sollecita considerazione (includendo anche il presidente del Comitato di Indirizzo, il sindaco Virgino Merola).
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4 risposte a "Alcune domande al teatro Comunale – Bologna 2 Novembre 2017"

  1. Maddalena Fiorio ha detto:

    Come sempre professore lei affronta con grande precisione problemi che riguardano tutti noi .Mi chiedo ,come semplice spettatrice del Comunale, come possa un teatro cosi bello ed importante tollerare il degrado che lo circonda. Ho assistito di persona ai commenti tra l’incredulo e il disgustato di spettatori stranieri.Maddalena Fiorio

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    • Gentile Signora, è difficile capire come sia possibile una vergogna di questo genere. Il problema è che nessuno vuole prendersi la responsabilità di una azione decisa e decisiva. La decisione dell’attuale rettore di non utilizzare l’area Staveco per l’università, che avrebbe spostato e confinato il problema in una sorta di recinto molto più facilmente controllabile è stata una mazzata per le aspettative dei bolognesi. E’ inconcepibile che un problema di così piccola dimensione non venga risolto e lasciato incancrenire da anni. E le “grida” (di manzoniana memoria) del sindaco non servono a nulla se non c’è un’azione conseguente (si veda il caso delle biciclette – qualcuno si aspetta che cambi la musica? E lo dice un “biciclista” che però rispetta le regole, ha le luci etc. etc.). Facciamocene una ragione: come dice il principe di Salina bisogna che tutto si modifichi perchè nulla cambi.

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  2. Sandra Festi ha detto:

    Faccio parte dei tanti che aspettano risposte chiare a domande che si ispessiscono nel tempo. Ne aggiungo un’ altra: come spiegare i vuoti sempre più evidenti non solo tra gli spettatori delle manifestazioni artistiche, ma anche tra gli interessati alla progettazione del teatro? Le ultime generazioni non sono sorde alla musica, ma hanno perso l’ indirizzo di Largo Respighi.
    Sandra Festi.

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