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Peter Grimes è opera assolutamente non frequentemente rappresentata ed è proposta per la prima volta dal teatro comunale. Opera non facile soprattutto per un libretto nel quale contano molto più gli stati d’animo della trama vera e propria che è comunque il dramma dell’esclusione e dell’illusione. Esclusione del protagonista dalla società chiusa e gretta di un piccolo borgo, dove regnano indifferenza, calunnia e delazione, e illusione dello stesso protagonista di potere prendere una sorta di ascensore sociale basato sul denaro. Ovviamente il tutto si risolve in una tragedia che si può presupporre lascerà totalmente indifferenti gli abitanti del piccolo borgo in cui si svolge l’azione. Sarebbe opportuno comunque conoscere il processo di scelta di Britten per una storia fosca e abbastanza controversa cui peraltro non è nuovo se si considera l’altra opera “The turn of the screw”. Musica molto bella (come in tutte le opere di Britten) e traduzione dei sopratitoli (di un inglese di non facile approccio) incerta .

Che dire? bravi tutti. In primo luogo la direzione quasi perfetta di Juraj Valčuha che ha saputo trarre il meglio dall’orchestra del Comunale (non una sbavatura, anche nei fiati, che comprova come un buona direzione esalti le caratteristiche degli strumentisti) e che ha dimostrato grande esperienza nella direzione operistica, soprattutto in questo frangente certamente di non facile conduzione. Finalmente un direttore capace di dare i giusti attacchi ai cantanti che, liberati dall’ansia della concertazione, hanno potuto esprimere al meglio la loro vocalità. Un grosso plauso indifferenziato a Ian Storey (Peter Grimes) – voce possente ma capace al contempo di esprimere tutte le contraddizioni del personaggio – e a Charlotte-Anne Shipley (Ellen Orford), capace di sottolineare le caratteristiche di un personaggio volonteroso ma fragile e alla fine impotente. Ma bravi tutti gli altri cantanti e un plauso particolare anche al coro che tanta parte ha nell’opera.

Ottima la regia di Cesare Lievi e dello scenografo Csaba Antal che (finalmente!) hanno rinunciato alle follie “creative” che ormai infestano i teatri d’opera per una messa in scena che ha perfettamente rispecchiato il testo del libretto. Alcune scene per la loro coralità e i colori dei costumi hanno ricordato il compianto Tadeusz Kantor (ad esempio in Wielopole, Wielopole). Insomma un bel successo del teatro comunale con un ma.. In primo luogo l’intero comitato di indirizzo del teatro (scambiato nel comunicato del comune in occasione della querelle orchestra-Bosso con il defunto consiglio di amministrazione!!), il sindaco suo presidente e l’assessore alla cultura Gambarelli hanno brillato per la loro assenza. Ma si può, dico io? Persino il non compianto Ronchi, pur non capendo nulla di musica, faceva almeno atto di presenza. Qui no, niente! Poi il pubblico, scarso già all’inizio (notata anche l’assenza di signore presenzialiste che normalmente mai mancano alle “prime”), che è andato via via riducendosi come se si trattasse di uno spettacolo di seconda categoria. Ma stiamo parlando di un masterpiece dell’operistica del ‘900, fra l’altro tutt’altro che di difficile decifrazione come è sempre la musica di Britten! Insomma un pubblico che ancora una volta ha dimostrato di capire poco o nulla di musica e opera. Ma non è una novità. Grande successo di pubblico (quello rimasto fino alla fine!) non viziato da quella clacque cui una timorosa direzione del teatro ci ha purtroppo abituato.
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Cast
Auntie
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Gabriella Sborgi
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Balstrode
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Mark S.Doss
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Bob Boles
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Paolo Antognetti
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Ellen Orford
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Charlotte-Anne Shipley
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Hobson
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Luca Gallo
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Mrs.(Nabob) Sedley
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Kamelia Kader
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Ned Keene
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Maurizio Leoni
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Niece 1
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Chiara Notarnicola |
Niece 2
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Sandra Pastrana
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Peter Grimes
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Ian Storey
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Rev. Horace Adams
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Saverio Bambi
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Swallow
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John Molloy
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Produzione Teatro Pavarotti di Modena
Direttore
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Juraj Valčuha
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Regia
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Cesare Lievi
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Scene
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Csaba Antal
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Costumi
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Marina Luxardo
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Luci
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Luigi Saccomandi
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Coreografie
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Daniela Schiavone
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Maestro del Coro
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Andrea Faidutti
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