Avevo deciso di non recensire l’inutile passerella di questa mattina (“Ferrara connection” al completo..) con i vari attori (ad esclusione dell’assessore alla cultura del Comune di Bologna) che “dovrebbero” avere a cuore le sorti del teatro, ma di fronte al nulla (“aria fritta” in termini popolari) non posso esimermi dal proporre un breve post. Cominciamo col dire che evidentemente gli organizzatori non hanno idea di come si organizza una tavola rotonda. Il chairman deve preventivamente assegnare a ogni relatore un tempo preciso e tre minuti prima della scadenza lo avverte per fare rispettare i tempi. Niente di tutto questo. I relatori non hanno il dono della concisione e per esprimere semplici concetti impiegano minuti e minuti nella convinzione che più parlano più sono importanti e credibili. Fra le perle da non dimenticare un pellegrino che traduce il tedeschissimo nome di Richard Wagner in inglese (pronunciato “Riciard Wegner” sic). Le posizioni sono semplici. Il sovrintendente Sani vorrebbe finanziamenti in nome solo della “cultura” (ma sul significato che gli attribuisce ci sono dubbi). Il sindaco, seppure ammantando di zucchero i concetti, dice con chiarezza che altri soldi non se ne vedranno (a parte la ristrutturazione della terrazza) e che gli organici debbono essere sfoltiti. Niente soldi ulteriori dalla regione. Le fondazioni esprimono supporto generico e nessuna promessa aggiuntiva. Franceschini parla per ultimo (e dico subito che per impegni pregressi non ho potuto ascoltarlo ma mi è stato riferito che di fatto ha esortato a contribuire precisando che nulla più arriverà dal governo). Il ministro è stato l’unico ad avere la buona educazione di alzarsi in piedi durante il suo discorso. A parte quindi le solite, inutili, dichiarazioni di sostegno (a parole – a parte i pochi veri supporter come i Golinelli) impegni precisi nessuno. Ma come si può pretendere un incremento dei contributi a fronte di scheletrini nell’armadio, accuratamente nascosti, come:
1) Annunciato (o già deliberato?) aumento degli emolumenti a sovrintendente e direttore generale in presenza di situazione economica disastrosa. In presenza di finanze disastrate i compensi si riducono se si vuole essere credibili!
2) Lettera ricevuta in Ottobre per grave inadempienza del teatro rispetto agli obiettivi indispensabili per il suo futuro resa pubblica solo per l’intervento della FIALS
3) Rapporto fra orchestra filarmonica e orchestra del teatro e regole della filarmonica per quanto concerne il settore operistico (che è successo a Kyoto? Nessuna precisazione o spiegazione è giunta dal teatro)
4) Futuro del teatro Manzoni
5) Saldo dei debiti pregressi della società di gestione del teatro Manzoni: è stato effettuato?
7) Riduzione dei costi degli abbonamenti persino per le “prime” (una scelta suicida) per le quali il pubblico avrebbe pagato il doppio senza battere ciglio pur di non rinunciare all’inevitabile, provincialissimo, presenzialismo. Si sa che il botteghino contribuisce solo in parte ai costi ma il segnale è semplicemente autolesionistico
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