Di Natalia Gutman è già stato detto tutto: una grandissima artista che in coppia con il validissimo Vjacheslav Poprugin (che nei concerti della Gutman è talvolta sostituito dalla georgiana Eliso Virsaladze) ha eseguito un programma fortemente classico con tre sonate di Mendelssohn, Grieg e Rachmaninov. Tre sonate molto diverse fra loro e non della stessa qualità: bellissima quella di Rachmaninov, interessante quella di Mendelssohn ma parzialmente discutibile quella di Grieg il cui terzo tempo si allarga temporalmente e strutturalmente in modo abnorme e nel quale aleggia costantemente lo spirito di Solveig. Un fraseggio ampio e sempre espressivo quello della Gutman, un rispetto rigoroso dello stile, ma una tecnica che purtroppo risente talvolta del passare degli anni, soprattutto nei passaggi più ardui di capotasto (in particolare nel finale del secondo tempo della sonata di Grieg). Anche il suono della Gutman si è fatto più tenue, talvolta un po’ esangue (problematica che si avverte assai nella sonata di Rachmaninov) e molto bravo è il pianista Poprugin ad evitare quanto più possibile fortissimi che possano mettere in risalto questa carenza. Sia chiaro un concerto godibile, salutato dagli applausi calorosi di un non folto pubblico e coronato da due bis (Prokoviev e Schumann) che rende giustamente omaggio, oltre che alla protagonista, anche a uno strumento che, colpevolmente, non è particolarmente presente (anche se non totalmente assente) nei concerti di Musica Insieme, che tende invece a premiare quasi esclusivamente il pianoforte. A margine di questa considerazione sarebbe anche giusto notare come vi siano generi (ad esempio la Liederistica) e strumenti (ad esempio l’oboe e il clarinetto come protagonisti solistici) ormai da anni trascurati. Gli organizzatori dovrebbero alzare gli occhi da una visione così ristrettamente provinciale e ampliare la loro prospettiva in una visione più europea delle scelte. Per una volta una introduzione di buona qualità (finalmente!). 
Non conoscevo i tre concerti di Mendelssohn, Grieg e Rachmaninov e quindi, essendo al primo ascolto, non mi sento in grado di esprimere un giudizio né sul loro valore né sull’esecuzione. Nel caso del primo bis, invece, amando molto la sonata di Prokofiev ho potuto fare il confronto con la bellissima interpretazione di Mischa Maisky e Marta Argherch e notato la differenza di suono, di passione e di energia con la Gutman, che resta peraltro come è stato detto un’ottima violoncellista ed un esempio di onestà
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Bravo prof sto imparando un sacco di cose baci mg
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Il pianista mi e’sembrato piatto in Mendelsson e anche dalla Gutman mi aspettavo di più’.
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Il pianista mi e’ parso piatto in mendhelson.DallaGutmann mi aspettavo di piu’.
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Caro Prof. Neri,
Non ero purtroppo al concerto, ma sto scoprendo le potenzialità di questo sito in cui gentilmente Lei oggi mi ha invitato. Democraticamente ognuno può assumere il ruolo di critico musicale conquistato con la competenza, e non dal fatto di avere “un nome”, riacquistando a pieno la propria dignità di musicista.. Grande Internet!!
Ancora grazie, e chissà che anch’io non mi butti nella mischia..
Cordialmente,
Alberto
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