….  l’opera lirica è recentemente all’attenzione dei “politici”. quelli che mai vanno a uno spettacolo se non alla prime per pavoneggiarsi per poi sgattaiolare furtivi alla fine dell’intervallo per andare a vedere l’ultima puntata de “Il grande fratello”. E’ cominciata com la sventurata nomina della Venezi alla Fenice, con un sollevamento degli strumentisti di tutta Italia nei confronti di una scelta unicamente “politica” di una direttrice manifestamente inadeguata.  E’ poi continuata con l’uscita di un “direttore” noto per avere diretto a SanRemo che per attrarre i giovani propone opere legate ai fatti di cronaca nera. C’è poi l’ultima uscita del Mazzi che ritiene che le opere “siano troppo lunghe”. La soluzione: o adottare il metodo di “Selezione del reader’s digest” (una pubblicazione sciagurata degli anni ’60 in cui veniva ammannito un “romanzo condensato”!) oppure rappresentare un’opera in due o più puntate con buffet offerto alla fine di ogni puntata, Potrei continuare ma questa destra carente di intellettuali seri propone dei dilettanti ignoranti che fanno a gara a chi le spara più grosse. Una domanda: ma il grande direttore Muti non ha nulla da dire oppure tace per opportunità politica?