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Forse uno dei …
. .più longevi quartetti arrivi che ha appena celebrato i suoi 50 anni. Come si può vedere dal loro sito, una formazione non convenzionale anche nell’abbigliamento e comunque certamente priva di atteggiamenti divistici ma – ovviamente – con una consuetudine che permette loro di trovarsi occhi chiusi. I quattro esecutori sono ormai attempati (interessante notare che nessuno di loro usa i moderni strumenti di visualizzazione dello spartito) ma non hanno certo perso la “verve” che li ha sempre caratterizzati. Non affermerei che è il miglior quartetto in circolazione ma certo ha elevati standard esecutivi e la sua poliedricità si riflette anche nei programmi scelti. in articolare nei brevi pezzi di Stravisnkij ma soprattutto nel bellissimo quartetto di Šostakovič (anche se così non denominato dall’autore) nel quale hanno saputo trovare la giusta interpretazione, cosa comunque non comune per un autore così complesso. Eseguire Šostakovič vuole dire penetrare nella personalità di un grande autore che ha vissuto una vita travagliata, in particolare nel periodo Zdanoviano, costantemente nel timore di una sua “epurazione”. Ottima scelta e ottima esecuzione. Quanto al clarinetto di Ashkenazy (figlio d’arte di un padre pianista famosissimo) un plauso per un’eccellente esecuzione del quintetto brahmsiano. Nell’op. 115 (che si affianca agli altri brani intimistici dell’ultimo periodo del compositore) si ritrova una visione crepuscolare di un’animo complesso che si avvia però a una serena vecchiaia. L’intero quintetto è stato eseguito impeccabilmente e certamente Ashkenazy è nel novero dei grandi clarinettisti moderni. Un bis: una famosa danza ungherese trascritta per quintetto. Un buon successo, non eccezionale. Ma è inutile sottolineare che i grandi successi a Bologna si ottengono solo con esecuzioni tecnicamente strabilianti del piano e del violino e che un quintetto come quello di Brahms, che termina con un calando che ricorda quello della Kreisleriana di Schumann, non induce all’applauso fragoroso. Che in un caso come questo sarebbe stato assolutamente doveroso.
Programma
Stravinskij Tre Pezzi per clarinetto
Tre Pezzi per quartetto
Šostakovič Quartetto n. 3 in fa maggiore op. 73
Brahms Quintetto in si minore op. 115
PS Sono costretto ancora una volta a segnalare che commenti “anonimi” e non inviati ai “commenti” dei posts sono immediatamente cassati






caro Kurvenal sono perfettamente d’accordo con il suo commento sul quartetto Brodsky e sul clarinettista, che mi sono sembrati davvero molto molto bravi. Il così complesso Sostacovich è per così dire “arrivato” anche a spettatori semplici come me, intenso, commovente, perturbante. Sono d’accordo anche sui troppo tiepidi applausi del pubblico.
La ringrazio come ho fatto altre volte per i suoi commenti puntuali, competenti, a volte un po’ severi, ma sempre giusti. Giuseppina Speltini
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Grazie per le sue belle parole
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