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Guardando i foglietti …
… introduttivi ai concerti si rimane stupiti perché i Curricula Vitae degl interpreti sono quasi sempre inversamente proporzionali alla fama e alla carriera degli interpreti stessi. Sembrerebbe proprio che la quantità costituisca un’alternativa alla qualità. Il mondo pullula di concorsi (molto spesso locali) e un premio non lo si nega a nessuno. Ovviamente i concorsi internazionali importanti si contano sulle dita di una mano ma leggendo i CV si scoprono concorsi mai sentiti prima (non mi reputo l’enciclopedia dei concorsi ma almeno quelli pianistici credevo di conoscerli). A mio modesto giudizio sarebbe ragionevole contenere la lunghezza dei CV a poche ma significative righe altrimenti si corre il rischio di cadere nella famosa favola di Esopo della rana e del bue…!
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Giuste le sue considerazioni sulla cattiva abitudine di molti interpreti di gonfiare i c.v. con riferimenti a concorsi poco conosciuti e poco validanti; così pure l’amara constatazione della scomparsa delle recensioni che una volta animavano i dibattiti tra gli appassionati e contribuivano alla formazione del gusto musicale.
Per fortuna, a Bologna, possiamo godere della sua incessante critica espressa con una libertà sempre più rara e che le fa onore.
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Grazie delle sue belle parole
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