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Se si “sfoglia”…
…you tube si trovano decine di ottimi artisti mai, ripeto mai, invitati in Italia e manco meno a Bologna. Ne cito solo una a caso: Beatrice Berrut, una pianista di cui è possibile ascoltare un’eccezionale esecuzione del primo concerto di Liszt o la sonata op, 38 per vlc e pianoforte di Brahms con Camille Thomas. E che dire di Anna Fedorova tanto per fare un altro nome. E non pariamo degli artisti di oltre oceano, nomi neppure vagamente citati. Il fatto che questi, come tanti altri, artisti non vengano mai invitati è la prova che le organizzazioni musicali sono in mano ai “managements” locali che ripropongono sempre gli stessi nomi, quelli che fanno parte del loro “book” senza che le gli organizzatori dei concerti si ribellino probabilmente per il fatto che molti di questi nomi sono loro ignoti… Al massimo vengono proposti vincitori di premi (e non sempre). La ricerca di “nuovi” talenti (lo scouting – nuovi almeno per il pubblico) dovrebbe essere uno dei compiti degli organizzatori. Mentre, invece, continuano ad ammannirci il primo concerto di Beethoven o il concerto di Ravel con la Argerich, un nome che naturalmente fa cassetta. Niente da dire sulla qualità della grande Marta (che comunque non sarà immortale e che da tempo ha ridotto all’osso il suo repertorio) ma nel mondo musicale vi sono molti altri artisti che meritano di essere ascoltati e giudicati. Ecco riciclare sempre gli stessi nomi è uno sconsolante atteggiamento provinciale. Fanno eccezione a Bologna un paio di organizzazioni (“Conoscere la musica” oppure “Pianofortissimo”) che però per ovvi problemi di budget possono offrire solo un panorama molto limitato. Ma le due grandi organizzazioni, Bologna Festival e Musica Insieme, niente. Avendo vissuto a Londra e a Berlino il confronto è miserando. E anche la Scala non si discosta tanto da questa pessima impostazione. Solo you tube permette di ampliare il panorama. E non è una bella cosa.
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Guardando i programmi di grandi e meno grandi istituzioni concertistiche estere mi sono spesso stupito di come compaiano nomi di musicisti del tutto ignoti in Italia.D’altro canto però vi compaiono musicisti italiani, che ben poco suonano nel “Bel paese”. Le motivazioni, immagino, siano tante. Che non facciano “cassetta” probabilmente è la principale.
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