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Vincitore di un fantomatico…
. . concorso Venezia (uno dei concorsi di seconda e terza categoria che infestano il panorama dei pianisti would-be – penso che nel mondo si tengano ogni giorno decine di concorsi nati solo per smania di protagonismo. I concorsi seri si contano sulle dita di due mani: il resto è fuffa) Menegardi di presenta con un programma di tutto rispetto ma senza rispetto per il programma. Il suo è un pianismo immaturo e aggressivo fatto solo di impostazioni virtuosistiche e muscolari dove la musica fa solo qualche rara volta capolino. Si comincia con Debussy: le atmosfere equoree di Pagodes nelle Estampes sono solo un vago ricordo: l’approccio è sempre vigoroso e inutilmente virtuosistico. Jardins sous la pluie diventa Jardins sous la grèle dove tutto il sottile gioco ritmico e stilistico semplicemente scompare in un mezzoforte incolore. Si passa a Liszt. L’ “incipit” tenebroso della lecture, scandito dai minacciosi ribattuti, viene semplicemente annullato da una forsennata volontà di velocità per cui non basta il doppio scappamento a permettere di individuarlo e l’affrettata volontà di raggiungere l’esplosione del crescendo toglie tutto il significato musicale. Sarebbe inutile una ulteriore disamina dei brani eseguiti (persino il povero Mendelssohn diventa una palestra di esibizione ginnica) per non parlare ovviamente di Rachmaninov. In modo singolare il secondo dei tre Etudes-Tableax è forse risultato il brano meglio eseguito del concerto che “inevitabilmente” riscuote il plauso di un pubblico incompetente: basta suonare forte e veloce (e con qualche non rara imprecisione) che il battimani è garantito. Almeno due bis (dopo il secondo ho lasciato il chiostro): la famosa toccata di Domenico Scarlatti in re minore (quella con il ribattuto, non impeccabile – Menegardi dovrebbe ascoltare l’esecuzione di Marta Argerich per capire come deve essere eseguita) e l’ottavo studio op. 10 di Chopin (la musica semplicemente assente – avrebbe potuto essere uno della “grande velocità” di Czerny). Il destino musicale di Menegardi è quello di tanti giovani che spariscono rapidamente nell’ombra, come ad esempio Roberto Cappello vincitore però di un concorso serio – il Busoni – negli anni ’70. Genug.
Programma
Claude Debussy Estampes
Franz Liszt Après une lecture de Dante da Années de pèlerinage, Deuxième année: Italie
Sergej Rachmaninov Etudes-Tableax op.39 n.1, n.2, n.5
Felix Mendelssohn Fantasia in fa diesis minore op.28
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Concerto pessimo. Il terzo bis pare fosse, molto alla lontana, Debussy, ‘La Cathedrale engloutie’. Negli anni scorsi la sezione ‘Talenti’ del Bologna Festival era, in genere,di livello superiore.
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