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Con un programma…
. . del tutto difforme da quello precedentemente preannunciato il concerto si è tenuto nonostante gli avvisi di pioggia. Forse sarebbe stato meglio se la pioggia fosse continuata visto il risultato. Togliamo subito di mezzo la prestazione del pianista Pierdomenico, un serio professionista (già altre volte ascoltato) che ha confermato le sue doti e non ultima quella di avere recuperato nelle ultime battute della sonata di Franck un grave “disallineamento” di alcune battute fra violino e pianoforte. Una serata piagata da un pubblico locale incompetente, campanilistico, chiaramente venuto solo per applaudire in modo acritico il concerto sbagliando tutti gli applausi e denotando la assoluta mancanza di familiarità con il “galateo” concertistico e di conoscenza dei brani eseguiti (“par dessus le marché” non si è accorto della fine del brano di N.Boulanger….). I capisaldi della serata erano le due sonata di Fauré e Franck, due capolavori del tardo ‘800 delle quali sono molteplici le registrazioni che possono essere ascoltate su You Tube (per Fauré suggerisco quella di Joshua Bell). Ecco, il confronto è più che impietoso. Benfenati (pur con la piccola attenuante della sede aperta) ha un suono flebile, opaco e monotono oltre che drammaticamente sottile. Pur nella corretta intonazione tutte le esecuzioni sono mancate di vitalità e di interpretazione (segnatamente in particolare il drammatico secondo tempo di Franck e lo scintillante terzo tempo di Fauré). Tutto uguale anche perchè Benfenati era chiaramente in ansia esecutiva come dimostrato dal continuo aggiustamento della tensione dell’archetto, quasi un gesto scaramantico costantemente ripetuto. Ogni disamina approfondita dell’esecuzione di Benfenati sarebbe inutile. E sarebbe anche auspicabile che Benfenati utilizzasse un tablet per le partiture senza obbligare uno schiavo a tenere i fogli su un leggio instabile. Meglio ancora imparare a memoria. “Talenti” si è sempre segnalata come una rassegna di giovani emergenti ma qui siamo in presenza di una giovane che in nessun modo emerge e che alla fine ha fornito la prestazione di una diplomanda di buon, non eccezionale, livello. Non basta il cognome per avere grandi doti musicali (si pensi al caso di Chiara Muti e alla sua disastrosa regia alla Scala del Guillaume Tell): il cognome non fa il monaco… Sono uscito appena eseguita l’ultima battuta della sonata di Franck e quindi non ho ascoltato il bis certamente richiesto da un pubblico drammaticamente “addomesticato”. Never again.
Programma
Nadia Boulanger Soleils couchants
Gabriel Fauré Sonata in la maggiore n.1 op.13
Lili Boulanger Deux morceaux pour violon et piano: Nocturne, Cortège
César Franck Sonata in la maggiore
PS Sono costretto ancora una volta a segnalare che commenti “anonimi” e non inviati ai “commenti” dei posts sono immediatamente cassati






Concordo in pieno su tutto. Aggiungo per quanto concerne il pubblico, che durante il bis ( sempre di area francese) si è attivato un cellulare, incautamente lasciato acceso, informandoci sulla esistenza, in alcune aree del mondo, delle mutilazioni genitali femminili.
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