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Questo gioiellino musicale…
. . può risultare il vertice compositivo di Johann Strauss se rappresentato con una regia e delle voci strepitose. E’ lo spettacolo tradizionale dell’ultimo dell’anno all’opera di Vienna. Un’operetta insomma che richiede però un allestimento di altissima qualità sotto ogni aspetto altrimenti scade a “operina” e nel caso peggiore ad avanspettacolo. Nella versione presentata a Bologna emerge subito un elemento inaccettabile: l’uso della lingua italiana al posto di quella tedesca originale e per soprammercato i sopratitoli sono in italiano…e in inglese. Il tedesco è bandito e alcuni sopratitoli hanno degli errori di “stumpo”. Niente di più assurdo. Da molti anni, ormai, l’uso dei sopratitoli ha permesso di evitare traduzioni improbabili quando non grossolane come nel caso in questione nella consapevolezza che il compositore armonizza la propria musica con il testo. Non si vedono più allestimenti tradotti dei singspiele a partire da quelli famosi di Mozart, Die Entführung aus dem Serail e Die Zauberflöte. E persino la Komische Oper di Berlino, che per molti anni aveva tradotto le opere rappresentate, ha optato da tempo per la versione originale. A Bologna no: una versione tradotta di pessima qualità, dove le sfumature (e i gustosi doppi sensi) del linguaggio originale sono inevitabilmente persi. Una scelta sciagurata in linea con lo scadimento di un teatro che ha un glorioso passato (si pensi che addirittura il Lohengrin ebbe qui la sua prima italiana) e che fra i suoi direttori annoverò Toscanini (schiaffeggiato dal fascista Leo Longanesi per essersi rifiutato di eseguire Giovinezza e l’Inno reale). Che dire della messa in scena e degli aspetti musicali? Tout se tient ovvero uno spettacolo drammaticamente modesto con addirittura uno struzzo che non si capisce cosa rappresenti (un errore ornitologico del regista che ha scambiato il pipistrello con uno struzzo?) e sgargianti costumi di scena da avanspettacolo. Cantanti non adusi alla lingua italiana con una pronuncia men che traballante. Sulla direzione un velo pietoso. Alla fine il migliore sul palcoscenico è risultato il comico Vito con il suo approccio cabarettistico. Il risultato di fatto è stata l’ennesima rappresentazione scadente con pochi applausi da parte di un pubblico rarefatto e affatto divertito (come invece dovrebbe essere). Applausi pochi e provenienti sopratutto da una evidente clacque. Che un teatro come il comunale debba scadere a teatrino di periferia nel silenzio dell’amministrazione comunale é scandaloso. Il comunale è uno dei simboli della città come lo sono tutti i teatri d’opera e il disinteresse del comune verso questa istituzione é inaccettabile. E non sono certo le compiacenti recensioni di “esperti” avidi di accrediti (solo uno di loro si salva) che possono far rivivere i fasti del teatro che si appoggia anche a un pubblico spesso più interessato all’evento mondano che alla qualitá di quanto rappresentato. Il confronto con altri teatri italiani (tralasciando la Scala – ovviamente, che è un altro pianeta – parliamo di Firenze, di Torino di Roma, di Napoli etc .. persino La Fenice) è comunque desolante. La Fledermaus così come è stata rappresentata è stata solo la ciliegina sulla torta di una stagione sventurata in una sala del tutto strutturalmente e acusticamente inadeguata e la prossima non permette certo di ben sperare, a partire dalla proposta miseranda esecuzione dell’opera di Wagner in forma di oratorio. Solo un drastico cambiamento di management permetterebbe di sperare in una resurrezione del teatro ma non sembra purtroppo alle viste.

Direttore Sasha Yankevych
Regia Cesare Lievi
Nuova Produzione del TCBO con Opera Carlo Felice di Genova
Orchestra Coro e Tecnici del TCBO
MAESTRO DEL CORO Gea Garatti Ansini
Cast
ALFRED Matteo Falcier
ADELE Anais Mejías
DR. FALKE Birger Radde
DR. BLIND Salvatore Grigoli
IDA Francesca Micarelli
FROSCH Vito
PS Sono costretto ancora una volta a segnalare che commenti “anonimi” e non inviati ai “commenti” dei posts sono immediatamente cassati






Purtroppo, purtroppo, purtroppo non posso fare altro che darti ragione!
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“La puzza del pesce nasce dalla testa” dice un vecchio adagio che usavano anche i romani “ piscis a capite olere incipit”…..
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Brutto spettacolo. Incongrua traduzione.Cantanti inadeguati( per usare un eufemismo) Non avrei mai creduto che tale capolavoro inducesse una tale noia. Qualche anno fa l’ascoltai a Trieste doretta da Gelmetti. Una festa!Oggi ho dovuto ascoltare la edizione discografica di Carlos Kleiber. Domani proseguiro’ con quella di Fricsay. Devo riconciliarmi con Strauss, che però è stata la vittima di questa operazione, oltre agli spettatori.
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Per una bella edizione Giovanna Gatta suggerisce https://www.youtube.com/watch?v=fRj6UjZNG40
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