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Die Fledermaus – Comunale “nouveau” Bologna 28 Dicembre 2023


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Questo gioiellino musicale…
. . può risultare il vertice compositivo di Johann Strauss se  rappresentato con una regia e delle voci strepitose. E’ lo spettacolo tradizionale dell’ultimo dell’anno all’opera di Vienna. Un’operetta insomma che richiede però un allestimento di altissima qualità sotto ogni aspetto altrimenti scade a “operina” e nel caso peggiore ad avanspettacolo.  Nella versione presentata a Bologna emerge subito un elemento inaccettabile: l’uso della lingua italiana al posto di quella tedesca originale e per soprammercato i sopratitoli sono in italiano…e in inglese. Il tedesco è bandito e alcuni sopratitoli hanno degli errori di “stumpo”. Niente di più assurdo. Da molti anni, ormai, l’uso dei sopratitoli ha permesso di evitare traduzioni improbabili quando non grossolane come nel caso in questione nella consapevolezza che il compositore armonizza la propria musica con il testo. Non si vedono più allestimenti tradotti dei singspiele a partire da quelli famosi di Mozart, Die Entführung  aus dem Serail e Die Zauberflöte. E persino la Komische Oper di Berlino, che per molti anni aveva tradotto le opere rappresentate, ha optato da tempo per la versione originale. A Bologna no: una versione tradotta di pessima qualità, dove le sfumature (e i gustosi doppi sensi) del linguaggio originale sono inevitabilmente persi. Una scelta sciagurata in linea con lo scadimento di un teatro che ha un glorioso passato (si pensi che addirittura il Lohengrin ebbe qui la sua prima italiana) e che fra i suoi direttori annoverò Toscanini (schiaffeggiato dal fascista Leo Longanesi per essersi rifiutato di eseguire Giovinezza e l’Inno reale).  Che dire della messa in scena e degli aspetti musicali? Tout se tient ovvero uno spettacolo drammaticamente modesto con addirittura uno struzzo che non si capisce cosa rappresenti (un errore ornitologico del regista che ha scambiato il pipistrello con uno struzzo?) e sgargianti costumi di scena da avanspettacolo. Cantanti non adusi alla lingua italiana con una pronuncia men che traballante. Sulla direzione un velo pietoso.  Alla fine il migliore sul palcoscenico è risultato il comico Vito con il suo approccio cabarettistico. Il risultato di fatto è stata l’ennesima rappresentazione scadente con pochi applausi da parte di un pubblico rarefatto e affatto divertito (come invece dovrebbe essere). Applausi pochi e provenienti sopratutto da una evidente clacque. Che un teatro come il comunale debba scadere a teatrino di periferia nel silenzio dell’amministrazione comunale é scandaloso. Il comunale è uno dei simboli della città come lo sono tutti i teatri d’opera e il disinteresse del comune verso questa istituzione é inaccettabile. E non sono certo le compiacenti recensioni di “esperti” avidi di accrediti (solo uno di loro si salva) che possono far rivivere i fasti del teatro che si appoggia anche a un pubblico spesso più interessato all’evento mondano che alla qualitá di quanto rappresentato. Il confronto con altri teatri italiani (tralasciando la Scala – ovviamente, che è un altro pianeta –  parliamo di Firenze, di Torino di Roma, di Napoli etc .. persino La Fenice) è comunque desolante. La Fledermaus così come è stata rappresentata è stata solo la ciliegina sulla torta di una stagione sventurata in una sala del tutto strutturalmente e acusticamente inadeguata e la prossima non permette certo di ben sperare, a partire dalla proposta miseranda esecuzione dell’opera di Wagner in forma di oratorio. Solo un drastico cambiamento di management permetterebbe di sperare in una resurrezione del teatro ma non sembra purtroppo alle viste. 

Fledermaus Bologna

Direttore Sasha Yankevych

Regia Cesare Lievi

Nuova Produzione del TCBO con Opera Carlo Felice di Genova
Orchestra Coro e Tecnici del TCBO

MAESTRO DEL CORO Gea Garatti Ansini

Cast

ROSALINDE Desirèe Rancatore

GABRIEL VON EISENSTEIN Mert Süngü

ORLOVFSKY Miriam Albano

ADELE Anais Mejías

DR. FALKE Birger Radde

DR. BLIND Salvatore Grigoli

IDA Francesca Micarelli

FROSCH Vito

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This musical gem can be the compositional peak of Johann Strauss if represented with amazing direction and voices. It is the traditional New Year’s Eve show at the Vienna Oper. An “operetta“, in short, that requires a staging of the highest quality in every respect, otherwise it falls into an “operina” and, in the worst case, a vaudeville.  In the version presented in Bologna, an unacceptable element immediately emerges: the use of the Italian language instead of the original German language with surtitles in Italian… and in English. German is banned and some surtitles have “typos”  errors. Nothing could be more absurd. For many years now, the use of surtitles has made it possible to avoid bad translations, when not coarse, as in the case in question, in the knowledge that the composer harmonizes his music with the text. No longer can be seen translated productions of the singspieles, starting with Mozart’s famous Die Entführung aus dem Serail and Die Zauberflöte. And even the Komische Oper in Berlin, which for many years had translated the operas performed, has long since opted for the original version. Not in Bologna: a translated version of very poor quality, where the nuances (and tasty double meanings) of the original language are inevitably lost. An unfortunate choice in line with the decay of a theater that has a glorious past (think that even Lohengrin had its Italian premiere here) and that among its directors counted Toscanini (slapped by the fascist Leo Longanesi for refusing to perform Giovinezza and Inno reale).  What about the staging and the musical aspects? Tout se tient, that is, a dramatically modest show with even an ostrich that noody understands what it represents (an ornithological error by the director who mistook the bat for an ostrich?) and flamboyant stage costumes. Singers not accustomed to the Italian language with a less than shaky pronunciation. A veil of pity over the direction.  In the end, the best on stage was the comedian Vito with his cabaret approach. The result was in fact yet another poor performance with little applause from a rarefied and not at all amused audience (as it should be). Few applauses and coming mainly from an obvious clacque. That a theatre like the comunale theatre should lapse into a suburban theatre in the silence of the municipal administration is scandalous. It is one of the symbols of the city, as are all opera houses, and the municipality’s lack of interest in this institution is unacceptable. And it is certainly not the complacent reviews of “experts” greedy for free tickets (only one of them is saved) that can revive the glories of the theater that also relies on an audience often more interested in the social event than in the quality of what is represented. The comparison with other Italian theatres (leaving aside La Scala – of course, which is another planet – we are talking about Florence, Turin, Rome, Naples, etc.. even La Fenice) is however bleak. The Fledermaus as it was performed was only the icing on the cake of an unfortunate season in a completely structurally and acoustically inadequate hall and the next one certainly does not allow us to hope well, starting with the proposed miserable performance of Wagner’s opera in the form of an oratorio. Only a drastic change of management would allow us to hope for a resurrection of the theatre, but unfortunately it does not seem to be in sight.
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4 risposte a "Die Fledermaus – Comunale “nouveau” Bologna 28 Dicembre 2023"

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