Frei aber einsam – Un sito irriverente e libero che recensisce gli eventi musicali. -Di tutti disse mal fuorché di Cristo scusandosi col dir "non lo conosco" – (Epitaffio di Pietro Aretino)
Lyniv Gibboni – Bologna teatro Manzoni 11 Febbraio 2022
MATISSE
La maturità..
… e l’intelligenza musicale di un interprete – nel caso il giovane violinista Gibboni – si misurano anche dalla scelta dei brani eseguiti. Dopo una ridicolmente ipertrofica e – manco a dirlo – ultravirtuosistica cadenza (molti minuti) nel primo tempo del concerto per violino e orchestra di Paganini (non un capolavoro) viene riproposto come secondo bis l’ultimo capriccio dello stesso compositore, “ad abundantiam“, come se le capacità tecniche (assolutamente di prim’ordine) non fossero state sufficientemente espresse. Fortunatamente come primo bis una sarabanda bachiana ha permesso di intuire che dietro allo sbarramento tecnico esiste anche un po’ di sensibilità musicale anche se l’esecuzione è apparsa più orientata a sottolineare i bicordi e tricordi che a sviscerare il significato profondo del bellissimo brano. Non tutte le esecuzioni paganiniane sono risultate immacolate: qualche difetto di intonazione (specialmente nel capriccio) avrebbe potuto essere evitato se soltanto la velocità esecutiva fosse stata sottomessa alla intensità espressiva. Non si sente proprio la necessità di esecutori muscolari (qualcuno ha presente Matsuev o la Buniatishvili nel campo pianistico?) ma di veri musicisti capaci di esprimere le proprie capacità in un repertorio più vasto e musicalmente più articolato. Gibboni è giovane e pensa (come purtroppo molti giovani) che strabiliare un pubblico di bocca buona sia la via del successo. Mi permetto di obiettare che esistono altre vie, forse più difficili e pericolose da percorrere, ma foriere di successi più a lungo periodo. Quanto alla Lyniv ha confermato le sue non comuni doti di direttrice, in una partitura – come spesso in Bruckner – diseguale e in molti punti frammentaria. Forse dovrebbe meglio tenere a freno gli ottoni (trombe e e tromboni intendo) che in alcune parti hanno sovraccaricato l’udito del pubblico e che nonostante la dimensione del Manzoni sia ragguardevole sono risultati di molto eccessivi. Ma ci sono anche elementi più che positivi e fra questi le esecuzioni dei corni, finalmente immacolate. Cura Lyniv? Una interpretazione esuberante di una sinfonia in alcune parti molto nota ma che avrebbe potuto godere di una migliore qualità. Ma il matrimonio fra direttore (-trice) e orchestra è processo lungo e articolato e la Lyniv promette molto in questo contesto.
Programma
Nicolà Paganini Concerto per violino e orchestra n. 1 in re maggiore, op. 6
Anton Bruckner Sinfonia n. 4 in mi bemolle maggiore, “Romantica”
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Maturity and musical intelligence of an interpreter – in this case of the young violinist Gibboni – are also measured by the choice of the pieces performed. After a ridiculously hypertrophic and – needless to say – ultra-virtuoso cadence (many minutes) in the first mouvement of Paganini’s concerto for violin and orchestra (not a masterpiece) the last “capriccio” of the composer himself is proposed again as a second encore, “ad abundantiam“, as if the technical skills (absolutely first-rate) had not been sufficiently expressed. Fortunately, as the first encore, a Bachian sarabanda allowed us to guess that behind the technical barrier there is also a bit of musical sensitivity even if the performance appeared more oriented to emphasize the bichords and trichords than to dissect the deep meaning of the beautiful piece. Not all Paganini’s executions were immaculate: some faulys of intonation (especially in the capriccio) could have been avoided if only the executive speed had been subjected to the expressive intensity. There is no need for muscular performers (does anyone know Matsuev or Buniatishvili in the piano field?) but for real musicians capable of expressing their skills in a wider and musically more articulated repertoire. Gibboni is young and thinks (as unfortunately many young people) that astonishing a non expert audience is the way to success. I would venture to object that there are other ways, perhaps more difficult and dangerous to follow, but harbingers of more long-term success. As for Lyniv, she confirmed her uncommon skills as a conductor, in a score – as often in Bruckner – uneven and in many places fragmentary. Perhaps it should be better to control the brasses (trumpets and trombones I mean) that in some parts have overloaded the hearing of the public and that despite the considerable size of Manzoni hall were very excessive. But there are also more than positive elements and among them the executions of the horns, finally immaculate. Lyniv’s cure? An exuberant interpretation of a symphony in some parts very well known but that could have enjoyed a better quality. But the marriage between conductor and orchestra is a long and articulated process and Lyniv promises a lot in this context.
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2 risposte a "Lyniv Gibboni – Bologna teatro Manzoni 11 Febbraio 2022"
SUL BEL CONCERTO DI VENERDI POCO DA DIRE SE NON L’ASSOLUTA NON NECESSITA’ DEL BIS PAGANINIANO. NON SONO D’ACCORDO SUL SUONO IMMACOLATO DEI CORNI.MI CHIEDO, COMUNQUE , LA LOGICA DELLA SCELTA DI QUESTO PROGRAMMA: AFFIANCARE PAGANINI A BRUCKNER.IL DIAVOLO E L’ACQUA SANTA !
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SUL BEL CONCERTO DI VENERDI POCO DA DIRE SE NON L’ASSOLUTA NON NECESSITA’ DEL BIS PAGANINIANO. NON SONO D’ACCORDO SUL SUONO IMMACOLATO DEI CORNI.MI CHIEDO, COMUNQUE , LA LOGICA DELLA SCELTA DI QUESTO PROGRAMMA: AFFIANCARE PAGANINI A BRUCKNER.IL DIAVOLO E L’ACQUA SANTA !
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Non immacolato ma migliorato. Forse ho ecceduto…
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