
MATISSE
L’opera ..
...già protagonista di un film-opera del teatro comunale con lo stesso direttore, stessa regia e cast identico, è stata uno dei cavalli di battaglia della grande Mirella Freni. Il libretto di Arturo Colautti deriva dal dramma Adrienne Lecouvreur di Eugène Scribe e Ernest Legouvé (un dramma peraltro non bellissimo e piuttosto datato) che si rifarebbe a una vicenda realmente esistita. La storia è presto detta: la grande attrice Adriana Lecouvreur (una figura storica) viene assassinata dalla sua rivale in amore con un mazzo di fiori il cui profumo avvelena chi li odora.

Una storia classica basata sulla triade έρως, φθόνος e θάνατος . Nella realtà la storia è solo una supposizione che potrebbe ricordare in qualche modo la vicenda di Salieri con Mozart. La musica di Cilea non è un capolavoro ma ha alcune arie belle e famose (ad esempio “Poveri fior” o “Umile ancella”). Pur nella totale differenza di cultura e di impostazione musicale sembra rifarsi ad alcuni degli stilemi wagneriani perché alcuni brani sono più volte ripresi nel corso dell’opera senza peraltro avere le caratteristiche del Leitmotiv del compositore di Lipsia. La messa in scena del comunale di Bologna si avvale non solo del palcoscenico ma anche dei corridoi e dei camerini volendo riprodurre l’ambiente teatrale in cui si svolge l’azione. In un certo senso si potrebbe parlare di teatro nel teatro. Di certo siamo in presenza di una regia con i fiocchi che estrapola la storia (che nel testo originale sarebbe datata) in quattro epoche diverse, all’incirca distanti di un centinaio di anni ciascuna, per sottolineare che ci si trova in presenza di una vicenda che travalica il tempo ed è parte inscindibile della natura umana. Rosetta Cucchi è regista di grande esperienza che ha saputo sottolineare come in modo simmetrico la vicenda umana si specchia in quella politica in un contesto dove i sentimenti si piegano all’egoismo e all’interesse. (“Le temps est l’invention des gents incapables d’aimer“, compare sul fondo alla fine).
E’ il caso del protagonista Maurizio che antepone alla passione per Adriana l’interesse personale di carriera con un comportamento ambiguo che alla fine porterà alla tragedia di Adriana. Ci sono delle belle intuizioni e scelte registiche. Ad esempio il finale dove Maurizio non si vede se non in un filmato, come un’allucinazione, e l’impresario Michonnet in qualche modo ne fa le veci con uno sdoppiamento concettuale che ricorda il “doppio” di Artaud, mentre Adriana ricorda l’universo esistenzialista, oppure la scena iniziale con tutte le maschere che costituiscono una bella immagine colorata e viva. Poi non tutto è ovviamente perfetto. Ad esempio nella scena finale l’uso della videocamera da parte di Michonnet è del tutto pleonastica senza alcun significato; impietoso il décolleté di Adriana nel terzo atto (mentre i costumi a parte questo caso particolare in generale sono molto belli e appropriati al contesto temporale). La direzione di Adam Fisch è di ottima qualità ottenendo il meglio dall’orchestra del teatro.
Quanto alle voci un plauso senza incertezze all’Adriana di Kristine Opolais, bella e duttile voce in grado di riflettere convintamente il dramma della protagonista. Sullo stesso piano la principessa di Veronica Simeoni anche se dimostra qualche carenza dal punto di vista scenico. Non buona invece la prova del Maurizio di Luciano Ganci cui manca anche un adeguato physique du rôle, il che rende difficile immaginare possa scatenare passioni omicide. Ma si sa, l’amore è cieco…Manca totalmente dei mezzi toni e delle sfumature necessarie al personaggio e quando finalmente può esprimere tutta la potenza della propria voce finisce con lo sforzare. Un plauso anche al baritono Sergio Vitale nel ruolo tutt’altro che secondario di Michonnet. Un ottimo e motivato successo di pubblico guastato da una clacque sguaiata e molesta.
(Giovanni Neri – 75)

Personaggi e interpreti
MAURIZIO Luciano Ganci
IL PRINCIPE DI BOUILLON Romano Dal Zovo
L’ABATE DI CHAZEUIL Gianluca Sorrentino
MICHONNET Sergio Vitale
ADRIANA LECOUVREUR Kristine Opolais
LA PRINCIPESSA DI BOUILLON Veronica Simeoni
MAD.LLA JOUVENOT Elena Borin
MAD.LLA DANGEVILLE Aloisa Aisemberg
QUINAULT Luca Gallo
POISSON Stefano Consolini
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Ho visto ieri sera 16 novembre la seconda rappresentazione della Adriana al Comunale di Bologna. Luciano Ganci non si è presentato. Prima dell’inizio dell’opera il Sovrintendente ha detto che la mattina gli ha telefonato Ganci dicendo che non poteva presentarsi per la recita perchè si era svegliato afono. Cantava in sostituzione Angelo Villari (di lato sul palco scenico dietro un leggio) e recitava un attore silente.
Villari è bravo e a me è piaciuto molto, come Adriana, Michonnet ed il Principe. Un po’ meno la Principessa. A me è sembrata scarsa nei piano. Anch’io ho trovato splendida la regia (a livello dell’esecuzione su RaiPlay Opera). La musica di Cilea invece, anche se ben eseguita, non mi ha entusiasmato. Questa è stata la mia reazione sia alla opera in streaming che all’esecuzione dal vivo.
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Con l’assenza di Ganci non hai perso nulla…..
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