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Non una lacrima – Bologna 18 Maggio 2017

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Lugete Lugete, o Veneres Cupidinesque, et quantum est hominum venustiorum cantava Catullo in un suo famoso carme. Ecco noi non piangeremo invece per le dimissioni di Ezio Bosso da direttore principale ospite del teatro comunale di Bologna. Non piangeremo perché siamo consapevoli che è giusto che il nostro abbia la possibilità di entrare nell’empireo dei grandi direttori come Toscanini, Karajan,  Kleiber, Böhm etc. e l’impegno per un piccolo teatro di periferia come il Comunale di Bologna sarebbe stato ingiusta zavorra sulle sue ali. E vogliamo sperare che il suo gran cuore resista alle lusinghe che saranno avanzate da chi si vede sfuggire dalle mani un sì grande tesoro. Resistere, Bosso, resistere, questo è l’auspicio di chi ha a cuore la grande musica e si sentirebbe in colpa trattenendo per egoismo un bene che non è della città ma del mondo intero. Noi ci accontentiamo di direttori come Mariotti (che ha pensato bene signorilmente di non entrare nella polemica ma che ne è il convitato di pietra) senza aspirare a vette irraggiungibili, comprovate dalla maestosa, indimenticabile, stellare partecipazione al festival di Sanremo. A questo punto speriamo anche che le giuste decisioni in materia siano prese dal Consiglio di Amministrazione citato nel comunicato stampa del comune – che ha l’unico difetto di non esistere!  Kein Kommentar, no comment, senza commenti….

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4 risposte a "Non una lacrima – Bologna 18 Maggio 2017"

  1. Roberto Barilli ha detto:

    mi sono documentato un poco alla meglio sul caso Bosso fra l’altro senza avere potuto avere la possibilità, come tutti, di conoscere il contenuto della lettera dei 51.
    Ora è difficile scindere il duro parere del prof. Giovanni Neri sull’aspetto professionale di Ezio Bosso e quindi dall’opportunità che il Direttore Ospite lasci l’incarico dal ‘come’ la vicenda si è svolta.
    E il ‘come’ è veramente degno di una delle tante serie di terzo livello che si possono vedere su Sky.
    Diciamo pure che questo ‘modo’ è stato indecoroso e non degno della nostra città.
    Istituzione quella del Teatro Comunale scassata fin che si vuole (io la musica e il balletto da una ventina di anni li vedo a Modena ….) ma in fin dei conti non mi ricordo abbassata a questi livelli.
    Tenuto conto di questo sto con Ezio Bosso e Virginio Merola che hanno avuto parole chiare e dignitose sulla vicenda che riflettono la civiltà di Bologna.
    Quanto all’orchestra è stranoto e arcinoto che una buona parte di essa ha perso il contatto con la realtà richiudendosi in un corporativismo che al suo confronto i piloti Alitalia sembrano dei dilettanti.

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    • Per una volta mi trovo (come si evince dal mio post) in dissenso. Per due motivi sostanziali. Il primo è che l’orchestra ritiene questo “direttore” piovuto dall’alto inadeguato (correttamente a mio giudizio). La seconda è che fra direttore e orchestra deve esserci “feeling” altrimenti è il disastro. Al di là del sindacalismo esasperato dell’orchestra (che mi ha visto chiaramente e aspramente critico) credo che l’orchestra debba avere tutti i diritti di dare il proprio gradimento in mancanza del quale si crea una situazione insostenibile. Questo avviene in tutte le orchestre e – come già ricordato – esistono orchestre che si scelgono il direttore. Imporre Bosso, sull’onda di una emotività molto italiota è stato un errore fin dall’inizio e l’unica possibile soluzione è il divorzio consensuale. Qualcuno può immaginarsi come si comporterà un’orchestra che rifiuta il direttore? Il teatro ha già avuto abbastanza disastri da cui non si è ancora riavuto per permettersi un altro motivo di conflitto. Ecco mi pare che le due ragioni che ho addetto siano più che sufficienti per dividere i propri destini. Aggiungo che fra gli esperti musicali bolognesi (almeno quelli con cui ho rapporti) il giudizio negativo sul direttore e sulla vicenda è quasi unanime.

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      • Roberto Barilli ha detto:

        caro prof. Neri, forse sono stato poco chiaro ma cerco subito di rimediare.
        Benissimo il dissenso Suo e anche quello dell’orchestra e io sono proprio l’ultimo a potere esprimere un giudizio stante le mie scarse competenze musicali.
        Convengo poi con Lei che ci sono orchestre che si scelgono i Direttori, anche se credo si tratti di orchestre di valore fra cui è difficile includere quella del Comunale.
        Ma è il ‘modo’ con cui quella maggioranza dell’orchestra ha proceduto che giudico inaccettabile, alla luce poi dei poco commendevoli trascorsi: uno per tutti il rifiuto di partecipare a titolo gratuito a un concerto in memoria di Luciano Pavarotti chiesto dalla vedova, allora assessore alla cultura del comune di Bologna.
        Con la risibile, se non miserabile, scusa che il martedì (o era un lunedì, ma il senso è lo stesso) era il loro giorno di riposo!
        Ecco perché sto senza se e senza ma con Ezio Bosso e il Sindaco che fa benissimo a usare toni duri verso questi signori.
        Pagati e strapagati, fra l’altro, con i loro molteplici lavori.
        Ho esperienza diretta di un orchestrale (bravo, non c’è che dire…..) che percepiva lo stipendio dal Teatro, altro stipendio come insegnante dal Conservatorio, altri emolumenti da lezioni private di cui ho quell’esperienza diretta, altri emolumenti da partecipazioni a tournée con l’ensemble di cui faceva parte.
        Tutto bene e tutto giusto, per carità, ma poi un poco di decenza nei comportamenti !
        Ovvio che sarebbe anche bello potere leggere quello che hanno scritto i 51, non certo per curiosità da portineria ma tanto per vedere il livello a cui sono arrivati.
        Non ultimo ho molto apprezzato il contenuto dell’intervista di Ezio Bosso: ne è emersa la figura di una persona molto equilibrata, civile e rispettosa.

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        • Egregio Dottore, sulle disfunzioni dell’orchestra concordo con Lei e in questa “querelle” entra anche la filarmonica del teatro, un vero bubbone che da tempo giace irrisolto per ignavia e connivenza di due sovrintendenti. Ma qui la questione è un’altra e diciamocelo chiaramente: il valore di Bosso. Abbiamo un ottimo direttore, Mariotti e che necessità c’era di un altro personaggio da festival di Sanremo? Ecco, come spesso avviene in Italia si parla di forma e non di sostanza. Ho già scritto che l’operazione Bosso puzza di cinismo per il buonismo italiota. Ma l’intervento a gamba tesa della politica in un teatro può solo aumentare la confusione. E per fare un esempio della sua inadeguatezza ieri sera, alla bella (finalmente!) esecuzione del Peter Grimes erano assenti come sempre il sindaco Merola e l’assessore Gambarelli, per non parlare dell’intero comitato di indirizzo. Difendere Bosso senza capire di musica dimostra solo il dilettantismo della politica e dei membri da questa nominati del comitato di indirizzo del teatro che, a parte la signora De Colle, con la musica hanno a che fare come i cavoli a merenda. E quale dimostrazione migliore di mprovvisazione che quella di un sindaco, presidente – si noti! – del comitato di indirizzo, che nel suo comunicato stampa cita per ben due volte il CdA del teatro che dalla riforma non esiste più? E adesso? A mio parere Mariotti, che finora ha taciuto e che è gradito all’orchestra ne avrà piene le tasche e ipotizzerà di lasciare per traferirsi dove non ci siano direttori ospiti improvvisati. Comunque vada è ovvio che la frattura fra orchestra e Bosso è insanabile e trovo ridicole le dimissioni, tutte italiche, parziali (dal teatro e non dal comune – che vuol dire?) che aumenteranno l’instabilità del teatro stesso. Molto più dignitose sarebbero state sdegnose dimissioni irrevocabili, un istituto ormai in totale disuso in Italia. Le dimissioni con riserva la dicono lunga sul personaggio. (Piccola aggiunta: se gli spostamenti verso il comunale gli erano faticosi – alla base della lettera che stigmatizza le convocazioni a una parte dell’orchestra a casa sua – perchè non gli sono faticosi quelli verso un caffè delle vicinanze dove lo si può vedere intento a leggere uno spartito?)

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