Il Macbeth verdiano è stato ripreso con la stessa regia di Bob Wilson di due anni fa e con la stessa scenografia: luci fredde sui volti dei protagonisti, gestualità con movimenti a scatto da teatro “No” giapponese, isolamento fisico dei vari personaggi, coro in controluce. Effetto straniante per sottolineare una tragedia fosca nei quali ciascuno dei protagonisti vive un proprio, individuale dramma accomunati però da un tragico destino. Naturalmente ci riferiamo per l’intreccio al dramma shakespeariano non certo all’incredibile libretto di Francesco Maria Piave che impedirebbe a chiunque non conoscesse l’opera del bardo di comprendere cosa accada in palcoscenico. Certamente Macbeth (tradotto – orrore – come Macbetto!!) è dal punto di vista del libretto l’opera peggiore di Verdi sorretta però da una musica in molti tratti eccezionale (si pensi solo all’ultima aria di Lady Macbeth). Il cast è di buona qualità: in particolare è risultato vocalmente e scenicamente convincente il Macbeth di Dario Solari; controverso è invece il giudizio su Amarilli Nizza (Lady Macbeth) inizialmente non troppo a suo agio nel ruolo, con evidenti forzature che si sono via via ridotte fino a scomparire nel corso dell’opera. Magistrale l’interpretazione della sua ultima aria. Quanto agli altri interpreti si possono definire nella norma. In generale il cast non ha suscitato nel pubblico particolari entusiasmi se si eccettuano i risibili e patetici interventi della claque (versione moderna dei clientes con la sportula). Molto positiva la direzione di Roberto Abbado che ha saputo dare il giusto tono e la corretta impostazione drammatica all’orchestra. Un successo non clamoroso
PS Nunc est bibendum. Nunc pede libero pulsanda tellus! Il rockettaro è stato cacciato; finalmente ci siamo liberati di un personaggio che con la cultura con la “c” maiuscola (e in particolare la musica) non ha avuto nulla a che vedere, occupato com’era a tingersi i capelli e a dimostrare quanto “alternativo” fosse. Adesso si respira!
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Ho sentito il Macbeth in una esecuzione successiva alla “prima” e gli applausi del pubblico sono stati molti e convinti. Anche i miei.
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C’è chi è più fortunato…
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