Venerdì 17 Maggio: Herbert Schuch – Bologna festival – I grandi interpreti -. Peccato che abbia sbagliato il programma: inserire in sequenza le Geistervariationen di Schumann e le Bagatelle op. 119 di Beethoven ha avuto l’effetto di addormentare il pubblico che neppure si è accorto della fine delle variazioni. Schuch è un pianista di statura che prosegue la grande tradizione dei Brendel (di cui è stato allievo) e degli Schiff con un’interpetazione fortemente intimistica che nulla concede al virtuosismo (in modo anche eccessivo) talchè l’ntero programma (che terminava con gli improvvisi op. 142 di Schubert) poteva fare dubitare delle capacità tecniche dell’esecutore, ferma restando la sua musicalità. Fortunatamente il bis eseguito (“La campanella” di Liszt) ha messo in luce doti tecniche non comuni con una esecuzione impeccabile Un artista da seguire e forse da valutare su uno spettro più ampio di autori per evitare di attribuirgli qulla etichetta di nicchia che tanto è stata in voga nello scorso secolo.