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La Fenice apre la sua stagione operistica
. .con uno spettacolo di altissima qualità. L’ultima opera di Mozart viene ambientata in uno scenario neoclassico sostanzialmente atemporale dove il freddo rigore delle scene è ravvivato dai personaggi e dal colore del loro abbigliamento. Ovviamente per il libretto siamo ben lontani dalla triade di Da Ponte e dall’ambientazione favolistica e massonica del Flauto Magico. E’ una storia molto banale e improbabile di tradimento e perdono prodotta per celebrare la magnanimità dell’imperatore.
Ma la macchina teatrale funziona alla perfezione grazie alla regia attenta e di primissima qualità di Paul Curran. I personaggi del “drammetto” si muovono in modo sincronicamente perfetto e non stonano le pistole al posto delle spade e la bomba preparata da Sesto per uccidere per amore Tito.
Mentre assistevo questo bello spettacolo riflettevo su come sarebbe stato sfigurato dalla Venezi: ancora non è successo, abbiamo ancora un anno prima del disastro e anche in questa ultima rappresentazione della Clemenza sono volati al suo termine i volantini di protesta contro una nomina abominevole.
Particolarmente buona la parte musicale. Il direttore Bolton (uno di quelli che ancora dirige senza bacchetta) ha saputo trarre dall’orchestra il meglio che può dare. Una direzione attenta e sapiente che ha saputo sottolineare tutte le sfumature della partitura. Assolutamente sopra tutte le voci quella di Cecilia Molinari nella parte di Sesto. Una voce di ottima qualità acustista sostenuta da una tecnica vocale eccellente. Un gradino sotto la Vitellia di Anastasia Bartoli: dotata di grande potenza di emissione e di grande tecnica ha però una voce talvolta metallica che nuoce molto al personaggio. Ottimi tutti gli altri cantanti. Grande e meritato successo di pubblico.
Tito Vespasiano Daniel Behle
Vitellia Anastasia Bartoli
Servilia Francesca Aspromonte
Sesto Cecilia Molinari
Annio Nicolò Balducci
Publio Domenico Apollonio
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
direttore Ivor Bolton
regia Paul Curran
maestro del Coro Alfonso Caianibasso continuo Giacomo Cardelli
scene e costumi Gary McCann
light designer Fabio Barettin
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