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Del misticismo di Bernanos …
…. in questa edizione non è rimasto nulla. Tutto è drammaticamente terreno. Potrebbe anche essere accettabile ma la realizzazione è drammaticamente scadente e in certe parti è persino ridicolo. Le suore sono qui agghindate con una specie di aureola che ricorda molto da vicino le acconciature giapponesi. Il realismo (se così si può definire) contempla persino un crocifisso in carne ed ossa che nel secondo atto viene palleggiato fra le converse.
La libertà di pensiero e di fede nel contesto della rivoluzione francese (e il conseguente martirio delle carmelitane) si spinge fino a prevedere una passeggiata in biciclette di colore giallo con fanalini accesi. E che dire dei rivoluzionari che sono vestiti come Unni (manca loro solo l’accetta di corredo) che in un contesto settecentesco sembrano figuranti fuori posto. Le carmelitane, tutte, camminano zoppicando (un attacco corale di polio?) e a rappresentare il fardello della loro fede spostano di continuo pesanti massi. Il vecchio marquis de la Forge, seduto in carrozzella, rimesta costantemente un pentolino con una sostanza che genera fumo così come accade nella scena finale del dramma. Il significato? Tralascio ulteriori dettagli. Insomma una regia sgangherata che trasforma una dramma in una sceneggiata da “grand guignol“.
Di converso molto buona è tutta la parte musicale. La direzione di Chaslin si sforza di fare dimenticare la sciagurata regia e con successo. E tutto il cast offre una ottima prestazione vocale giustamente applaudita dal pubblico della Fenice. Ma nel complesso una serata da dimenticare.
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice.
direttore Frédéric Chaslin
maestro del coro Alfonso Caiani
regia Emma Dante
scene Carmine Maringola
costumi Vanessa Sannino
light designer Cristian Zucaro
movimenti coreografici Sandro Maria Campagna
Cast






