Sinfonica

Hagen Seiman – Milano Quartetto Martedì 15 Aprile 2025

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C’è una sorta di   …
….comune denominatore nelle tre sonate: sono le uniche composte per lo strumento (per la precisione quella di Franck è l’unica per violino e pianoforte nel concerto eseguita nella trascrizione di Desart, sempre più frequente nei concerti di violoncello).  Sono sonate estremamente differenti come stile e impostazione e singolarmente quella che segue maggiormente i canoni strutturali tradizionali è quella di Rachmaninov. La composizione di Debussy, pur indicando tre tempi, ha però una impostazione del tutto innovativa che riflette in pieno il mondo musicale del compositore francese. Anche la sonata di Franck (che trascritta per violoncello perde un po’ del suo smalto a causa del registro più grave dello strumento ad arco) è anch’essa suddivisa in tempi che però non hanno i connotati tradizionali. In comune tutte e tre le sonate hanno il fatto di essere delle pietre miliari della letteratura violoncellistica e un terreno che permette di valutare appieno le caratteristiche degli interpreti. I quali certamente hanno dalla loro un’ottima tecnica comprovata dalla difficoltà tecnica del programma.  In questo contesto l’esecuzione che è risultata meno brillante è stata quella di Debussy in cui è mancata quella sorta di “follia” e di improvvisazione che la contraddistingue. Al contrario l’esecuzione del duo è risultata piuttosto scolastica mancando di fare emergere l’innovatività e la libertà di impostazione del brano. Meglio certamente la bellissima sonata di Franck nella quale, però, mentre la partitura del piano è praticamente rimasta la stessa della versione per violino, il violoncello ha faticato ad emergere come partner allo stesso livello dello strumento cui era accoppiato. Stante il registro del violoncello è necessaria un’esecuzione strepitosa dello strumento ad arco per ottenere una parità dei due strumenti che è invece mancata. Molto di qualità invece l’esecuzione della rutilante sonata di Rachmaninov anche se dalla partitura emerge con chiarezza l’origine pianistica del compositore. Ma il duo ha saputo sottolineare l’aspetto tardoromantico del brano eseguito, con il ruolo del violoncello finalmente all’altezza della partitura. Ottimo successo di pubblico premiato con due bis: il  “largo” della sonata per violoncello di Chopin (anche questa un “unicum”) e la trascrizione di un Lied di Brahms. 
Programma
C. Debussy Sonata in re minore 
C. Franck  Sonata in la maggiore
S.V.Rachmaninov   Sonata in sol minore op. 19
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(Giovanni Neri 79)
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There is a common denominator in the three sonatas: they are the only ones composed for the instrument (to be precise, Franck’s is the only one for violin and piano, which in this cncert was performed in Desart’s transcription, which is increasingly frequent in cello concerts).  These are sonatas extremely different for style and structure and the one that most follows the traditional structural canons is that of Rachmaninov. Debussy’s composition, while indicating three mouvements, has a completely innovative approach that fully reflects the musical world of the French composer. Franck’s sonata (which in the transcription for cello loses some of its spirit due to the more severe register of the bow instrument) is also subdivided into mouvements that do not have the traditional connotations. All three sonatas have in common the fact that they are milestones of cellist literature and a terrain that allows to fully evaluate the characteristics of the performers. The duo certainly has an excellent technique, proven by the technical difficulty of the programme.  In this context, the performance that was less brilliant was that of Debussy which lacked “madness” and improvisation, its main characcteristic. On the contrary, the performance of the duo was rather scholastic, failing to bring out the innovativeness and freedom of the sonata. Better certainly the beautiful sonata by Franck in which, however, while the piano score has remained practically the same as the violin version, the cello has struggled to emerge as a partner at the same level of the instrument with which it was paired. Given the cello register, it is necessary to have a great performance of the bow instrument in order to obtain an equality between the two instruments which was not the case. The performance of Rachmaninov’s  sonata on the contrary was very good, althoug the score clearly reveals the composer’s pianistic origin. But the duo was able to emphasize the late Romantic aspect of the piece performed, with the role of the cello finally at the height of the score. Excellent public success awarded with two encores: the “largo” of the cello sonata by Chopin (another “unicum“) and the transcription of a Lied by Brahms. 
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