Sinfonica

Rossignoli Navelli Guerzoni – Conoscere la musica 26 Marzo 2025


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Un trio (come un quartetto)
. .non può essere l’incontro casuale di tre strumentisti, per quanto bravi, ma necessita di un’amalgama del suono, una consuetudine, insomma una somma e non l’accostamento di individualità. E’ invece quanto si è verificato nel concerto in questione con un risultato prevedibile. La clarinettista Rossignoli è certamente dotata di una buona tecnica ma eccede molto spesso nel volume di suono (e il clarinetto non è l’oboe, produce un volume di suono molto significativo quando si suona forte). Il discorso vale a maggior ragione per il pianoforte che in un ensemble dovrebbe capire che la potenza emessa può uccidere tutti  gli altri componenti. Ne consegue che il bellissimo trio di Brahms, uno dei brani posteriori all’opera 110, intimistico, crepuscolare ma pieno di sentimento si è trasformato in una sonata per clarino e pianoforte (a tutto volume) con il violoncello come basso continuo! RImane poco altro da dire per  una serata che avrebbe potuto essere di grande interesse e che invece ha fatto rimpiangere quello che non è stato. Questo “trio” deve studiare molto se vuole avere un futuro come tale e gli suggerirei di farsi ascoltare da qualche esperto in fondo alla sala per avere dei buoni consigli.
PS suggerisco di ascoltare alcune delle esecuzioni del trio di Brahms su youtube (ad esempio https://www.youtube.com/watch?v=XqQmHFpkG8k) : lì si può capire il ruolo fondamentale del violoncello! 
Programma
C. Denussy         Première rapsodie 
W.Lutoslawksy Dance Preludes
F.Poulenc          Sonate pour clarinette et piano 
J.Brahms           Trio per clarinetto violoncello e piano op. 114
(Giovanni Neri 79)
 
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A trio (like a quartet)  cannot be the chance meeting of three instrumentalists, however good, but needs an amalgamation of sound, a custom, in short, a sum and not the juxtaposition of individualities. Instead, this is what occurred in the tonight concert with a predictable result. The clarinetist Rossignoli is certainly gifted with good technique but very often exceeds in the volume of sound (and the clarinet is not the oboe, it produces a very significant volume of sound when played loudly). The argument applies all the more to the piano, which in an ensemble should understand that the power emitted can kill all the other components. As a result, Brahms’ beautiful trio, one of the later pieces in Opus 110, intimate, dusky but full of feeling turned into a sonata for clarinet and piano (at full volume) with “basso continuo“! There remains little else to say for an evening that could have been of great interest and instead made one regret what it was not. This “trio” needs to study a lot if it is to have a future as such, and I would suggest that they have some experts in the back of the room listen to them for good advice.
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