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Una messa in scena…
. . con alti e bassi. Il tentativo di interpretare la realtà del racconto di Puškin in modo meno convenzionale non è sempre stato felice. Ad esempio i quadri iniziali con una casupola piazzata in messo a un campo che sarebbe la stanza di Tatjana (e sul tetto della quale gorgheggiano Tat’jana e Olga) non è convincente e altrettanto dicasi per la festa di paese nel corso della quale ha luogo il duello fra Oneghin e Lenskij trasformato in una roulette russa reminiscente de “Il cacciatore” di Michael Cimino. Oneghin è vestito come un bellimbusto con abiti moderni a differenza degli altri protagonisti sulla scenza con abiti del periodo.
Molto suggestiva è invece la scena finale del ballo dal principe Gremin, dove le figure danzanti sono intraviste in controluce attraverso un velo rosso che pare simboleggiare la distanza fra il mondo reale e il mondo decadente di Oneghin.
E anche il duetto finale su uno sfondo nero con una Tat’jana elegantissima mette in risalto il deserto dei sentimenti dei due protagonisti. Molto è stato scritto sulla regia di Martone. Personalmente non la considero una delle più felici ma alcune “stroncature” mi sembrano decisamente sopra le righe. E il successo tributato dal pubblico (dove la componente russa era molto significativa) ne è la prova.
Ottima la direzione di Zangiev capace di sottolineare con intensità il dramma umano di Tat’jana e Oneghin (e anche quello di Lenskij). Vanno sottolineate in questo contesto le prove dei fiati (e segnatamente oboe e fagotto) che tanta parte hanno nelle arie principali dell’opera. In totale l’orchestra della Scala è stata come sempre all’altezza della fama del teatro. Per le le voci una prova assolutamente superlativa di Dmitry Korchak come Lenskji di gran lunga il migliore del cast mentre di Alexey Markov come Oneghin si può dire che la sua sia una prova sufficiente senza particolari lodi. Quanto alla Tat’jana di Aida Garifullina nulla si può imputare a intonazione e emissione ma la sua non è voce drammatica (direi che è un soprano lirico) e quindi non ha saputo (potuto) infondere nella sua prestazione quei risvolti tragici che sottendono il personaggio. Fra gli altri interpreti un plauso a Dmitry Ulyanov nel ruolo del principe Gremin, voce calda e intensa. Nella norma gli altri cantanti. Complessivamente un bello (ma non eccezionale) spettacolo.
PS Sono costretto ancora una volta a segnalare che commenti “anonimi” e non inviati ai “commenti” dei posts sono immediatamente cassati
(Giovanni Neri 79)
| Direttore | TIMUR ZANGIEV |
| Regia | MARIO MARTONE |
| Scene | MARGHERITA PALLI |
| Costumi | URSULA PATZAK |
| Luci | PASQUALE MARI |
| Coreografia | DANIELA SCHIAVONE |
| Video designer | ALESSANDRO PAPA |
Cast
Larina |
Alisa Kolosova |
Tat’jana |
Aida Garifullina |
Olga |
Elmina Hasan |
Filipp’evna |
Julia Gertseva |
Evgenij Onegin |
Alexey Markov |
Lenskij |
Dmitry Korchak |
Il principe Gremin |
Dmitry Ulyanov |
Un capitano |
Huanhong Li |
Zareckij |
Oleg Budaratskiy |
Triquet |
Yaroslav Abaimov |
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