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C’è una sola cosa …
. . sicura: Trifonov è dotato di una tecnica sopraffina. Ma a parte questo il concerto non è stata una esibizione a 5 stelle. Cominciamo dal programma, che sembra stato scelto al grido “me lo posso permettere. Io sono Trifonov e voi…”. Inizia con la sventurata sonata di Čajkovskij, forse il peggior brano del compositore russo (e giustamente poco frequentata). Una sonata senza capo nè coda priva di momenti lirici e scollata in tutti i suoi tempi. Una valutazione similare vale per la trascrizione di Pletnev del balletto “La bella addormentata nel bosco”, anche questa francamente poco felice di un balletto poco felice. Siamo anni luce lontani dalla bellissima trascrizione de “Lo schiaccianoci” dello stesso pianista. Esecuzioni immacolate, senza dubbio, ma un’ottima esecuzione non migliora il tessuto musicale dei brani. E veniamo alle due sezioni più interessanti. Molto bella ed eseguita totalmente in stile la sonata di Barber, forse l’esecuzione migliore della serata. Un brano poco frequentato ma meritevole di molta maggiore attenzione da parte degli esecutori. Barber è un importante compositore che non può essere ricordato solo per il celeberrimo adagio. Il concerto è stato completato da alcuni Valzer (la W tedesca è sempre tralasciata) di Chopin. Questi brani erano frequentemente presenti nei programmi degli anni ’60 e ’70 e sono stati sempre meno eseguiti recentemente (un fenomeno che riguarda molte composizioni di grandi compositori. Si pensi – ad esempio – alle bellissime “novellette” di Schumann) anche perché di valore diseguale. Qui Trifonov ha scambiato i due famosi Valzer in la bemolle e in mi minore per due studi trascendentali di Liszt, affrontandoli a un velocità insensata che hanno tolto qualsiasi significato musicale. I Valzer sono certamente composizioni minori del compositore polacco e la loro esecuzione richiede una revisione critica e una particolare attenzione per evitare di trasformarli in pezzi di scarso valore musicale. Il concerto si è concluso con una rivisitazione di un celebre brano melodico ma non mi attento a individuarne il nome. La sensazione derivata da tutto il concerto è stata quella di una sorta di involuzione di un grande esecutore che ha dato costantemente l’idea di essere sul palcoscenico controvoglia e certamente il successo non eccezionale ne è stata la controprova. Ci si aspettava molto di più da un grande pianista.
Programma
Pëtr Il’ič Čajkovskij Sonata in do diesis minore op. 80
Fryderyk Chopin Valzer in mi maggiore op. post., Valzer in fa minore op. 70 n. 2 ,Valzer in la bemolle maggiore op. 64 n. 3, Valzer in re bemolle maggiore op. 64 n. 1, Valzer in la minore op. 34 n. 2, Valzer in mi minore op. post.
Samuel Barber Sonata in mi bemolle minore op. 26
Pëtr Il’ič Čajkovskij La bella addormentata nel bosco (arr. di Michail Pletnëv)
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