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Concerto “articolato”…
. .per la varietà dei brani e la formazione del duo. Era da tempo che non assistevo a un concerto di un solista “accompagnato” dal pianoforte. Sono consuetudine ormai i concerti con due strumentisti basati su un vero duo, ovvero con esecutori aventi pari dignità con l’eccezione – ad esempio – per i violinisti dove non è infrequente una sonata o una partita di Bach per violino solo. Ma è l’eccezione non la regola. Non è il caso di questo concerto per flauto con accompagnamento di pianoforte. Dei 5 brani eseguiti 2 erano per flauto solo. Singolare anche il programma. Il repertorio per flauto è abbastanza ricco per non dovere ricorrere a trascrizioni. Nel caso in questione poi non si capisce la “ratio” di una trascrizione della famosa sonata di Schubert “arpeggione” (uno strumento usato solo da Schubert la cui sonata viene eseguita su violoncello con difficoltà trascendentali) e addirittura del solo primo tempo. Non esito a definire questa scelta sciagurata. Per non parlare del brano di Tschaikowsky per cui vale la stessa valutazione. Più interessante il brano di Rutter (compositore poco frequentato) mentre un tributo alla musica più “moderna” è stato costituito dal pezzo di Mizi Tan. In questo caso siamo in una impostazione simile a quella del pianoforte dove l’esecutore agisce direttamente sulle corde: qui la flautista agisce sul corpo del flauto senza emettere suono. Francamente molto discutibile. La flautista – relativamente giovane – è dotata di un’ottima tecnica ma è carente nell’emissione degli acuti quando sono ad alta densità di suono. Il suono diventa stridulo e privo di armonici. Per il resto un’esecuzione più che dignitosa. Non valutabile la performance della pianista per il ruolo ancillare in cui è stata confinata. Buon successo di pubblico premiato con un brano di autore a me sconosciuto.
Programma
C.P.E. Bach Sonata in la minore per flauto solo
P. Tschaikowsky Aria di Lensky dall’Eugenio Onieghin
F. Schubert Sonata in la minore “Arpeggione” (Trascrizione per fluato e pianoforte)
J. Rutter Suite antique per flauto e pianoforte
Mizi Tan Xiyang Xiao Gu (flauto e tamburo al tramonto) per flauto solo
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(Giovanni Neri 78 quasi 79)
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———————————————————————————————————————————————————————-“Uneven concert for the variety of pieces and the structure of the duo. It had been a long time since I attended a concert by a soloist “accompanied” by the piano. We are accustomed to concertos with two instrumentalists based on a real duo, i.e. with performers with equal dignity with the exception – for example – for violinists where a sonata or a Bach partita for solo violin is not uncommon. But it is the exception not the rule. This is not the case with this flute concert with piano accompaniment. Of the 5 pieces performed, 2 were for flute only. The program was also particular. The flute repertoire is rich enough not to have to resort to transcriptions. In this case it is not clear the reason of a transcription of Schubert’s famous sonata “arpeggione” (an instrument used only by Schubert whose sonata is now performed on cello with transcendental difficulties) and even of the first movement alone. I have no hesitation in calling this choice unfortunate. Not to mention the piece by Tschaikowsky for which the same evaluation applies. More interesting was the piece by Rutter (a composer not very popular) while a tribute to more “modern” music was constituted by the piece by Mizi Tan. In this case we are in a setting similar to that of the piano where the performer acts directly on the strings: here the flutist acts on the body of the flute without emitting sound. Frankly very questionable. The flutist – relatively young – is gifted with excellent technique but is lacking in the emission of the treble when they are at high density of sound. The sound becomes shrill and devoid of harmonics. For the rest, a more than dignified execution. The performance of the pianist cannot be evaluated for the ancillary role in which she was confined. Good success with the public rewarded with a piece by an author unknown to me.
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