Sinfonica

Schiff Nosrati – Milano Quartetto 3 Dicembre 2024


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“Die Kunst der Fuge” …
. ..è l’ultima composizione clavicembalistica di Bach e forse la più enigmatica.  Non ha una specifica indicazione dello strumento da impiegare ma la partitura sembrerebbe indicare il clavicembalo. E’ composizione incompiuta: si arresta a metà dell’ultima fuga. Molti sono stati i tentativi di completarla (così come siamo abituati ad ascoltare co pletati da altri compositori il Requiem di Mozart o la Turandot di Puccini) ma la prassi esecutiva preferisce la sospensione improvvisa per omaggio al grande Johannes. (Personalmente sarei molto interessato a un completamento basato sull AI – a meno che qualcuno non ci abbia già pensato). E’ una composizione composta di canoni e fughe oggettivamente un po’ arida nella sua struttura, molto scolastica e – direi – rarefatta. Naturalmente ci sono ascoltatori che considerano questo brano come l’epitome bachiana così come altri amano il canto gregoriano. Non appartengo a questa schiera e prediligo le trascrizioni per complesso d’archi che con la loro ricchezza timbrica arricchiscono il panorama sonoro e che nulla tolgono al dettato del compositore che non ha indicato alcuno strumento specifico. L’esecuzione di Schiff è parzialmente filologica con qualche libertà. Ad esempio la sottolineatura del tema, l’uso del pedale, qualche colore (sempre molto moderato), alcune licenze ritmiche tipiche dell’esecuzione clavicembalistica e l’alterazione della sequenza dei brani.  Naturalmente tecnicamente impeccabile. Poi .. c’è una curiosità. Una delle fughe ha visto l’ingresso della pianista Nosrati (una sola fuga!) per cui il brano è diventato a due pianoforti. E’ sembrata questa una scelta molto, molto discutibile, sia perché ha modificato l’impianto sonoro della composizione sia perché la Nosrati è sembrata una sorta di inserviente pianistico tenuta di riserva e quasi premiata con un contentino indegno di un grande pianista. Una bizzarria priva di significato musicale e di galateo. Solito successo di pubblico premiato con il tema delle Goldberg come bis.
Programma
J.S. Bach L’arte della fuga
 
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(Giovanni Neri 78 – quasi 79)
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“Die Kunst der Fuge”  is Bach’s last composition and perhaps the most enigmatic.  It does not have a specific indication of the instrument to be used but the score would seem to indicate the harpsichord. It is an unfinished composition: it stops in the middle of the last fugue. There have been many attempts to complete it (just as we are used to listening to Mozart’s Requiem or Puccini’s Turandot completed by other composers) but the performance practice prefers the sudden suspension as a tribute to the great Johannes. (Personally, I would be very interested in an AI-based completion – unless someone has already thought about it). It is a composition composed of canons and fugues objectively a bit arid in its structure, very scholastic and – I would say – rarefied. Of course, there are listeners who consider this piece as the Bach epitome just as others love Gregorian chant. I do not belong to this group and I prefer transcriptions for string ensemble that with their timber richness enrich the soundscape and that do not detract anything from the dictation of the composer who has not indicated any specific instrument. Schiff’s performance is partially philological with some freedom. For example, the underlining of the theme, the use of the pedal, some colors (always very moderate), some rhythmic licenses typical of the harpsichord performances and the alteration of the sequence of the pieces.  Of course, technically impeccable. Then.. there is a curiosity. One of the fugues saw the entrance of the pianist Nosrati (only one fugue!) so the piece became a two-piano piece. This seemed a very, very questionable choice, both because it changed the sound system of the composition and because Nosrati seemed a sort of piano attendant kept in reserve and almost rewarded with a sop unworthy of a great pianist. A bizarreness devoid of musical meaning and etiquette. Usual success with the public rewarded with the theme of the Goldbergs as an encore.
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