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“Die Kunst der Fuge” …
. ..è l’ultima composizione clavicembalistica di Bach e forse la più enigmatica. Non ha una specifica indicazione dello strumento da impiegare ma la partitura sembrerebbe indicare il clavicembalo. E’ composizione incompiuta: si arresta a metà dell’ultima fuga. Molti sono stati i tentativi di completarla (così come siamo abituati ad ascoltare co pletati da altri compositori il Requiem di Mozart o la Turandot di Puccini) ma la prassi esecutiva preferisce la sospensione improvvisa per omaggio al grande Johannes. (Personalmente sarei molto interessato a un completamento basato sull AI – a meno che qualcuno non ci abbia già pensato). E’ una composizione composta di canoni e fughe oggettivamente un po’ arida nella sua struttura, molto scolastica e – direi – rarefatta. Naturalmente ci sono ascoltatori che considerano questo brano come l’epitome bachiana così come altri amano il canto gregoriano. Non appartengo a questa schiera e prediligo le trascrizioni per complesso d’archi che con la loro ricchezza timbrica arricchiscono il panorama sonoro e che nulla tolgono al dettato del compositore che non ha indicato alcuno strumento specifico. L’esecuzione di Schiff è parzialmente filologica con qualche libertà. Ad esempio la sottolineatura del tema, l’uso del pedale, qualche colore (sempre molto moderato), alcune licenze ritmiche tipiche dell’esecuzione clavicembalistica e l’alterazione della sequenza dei brani. Naturalmente tecnicamente impeccabile. Poi .. c’è una curiosità. Una delle fughe ha visto l’ingresso della pianista Nosrati (una sola fuga!) per cui il brano è diventato a due pianoforti. E’ sembrata questa una scelta molto, molto discutibile, sia perché ha modificato l’impianto sonoro della composizione sia perché la Nosrati è sembrata una sorta di inserviente pianistico tenuta di riserva e quasi premiata con un contentino indegno di un grande pianista. Una bizzarria priva di significato musicale e di galateo. Solito successo di pubblico premiato con il tema delle Goldberg come bis.
Programma
J.S. Bach L’arte della fuga
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