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Trovandomi a Venezia…
. .ho avuto occasione di esaminare il bando della Fenice per il concorso pianistico “Premio Venezia”. Che ci sia la necessità di un “n-esimo” concorso pianistico è quantomeno assurdo. Trattasi di uno di quei premi che illudono i giovani esecutori ma che valgono nulla nel panorama internazionale. A “Pianofortissimo” di questo anno ne abbiamo avuto un esempio: un vincitore il cui futuro è segnato. Ma quello che mi ha colpito è che il bando è aperto a giovani di tutte le nazionalità “che abbiano un diploma di un conservatorio italiano”. Ora il primo fatto è che non si capisce perché sia necessario un diploma: quello che conta è la qualità dell’esecutore che potrebbe benissimo non avere frequentato un conservatorio di qualunque nazione. Sarebbe bene ricordare che il grande Godowsky era un autodidatta che non avrebbe potuto partecipare al concorso! Ma poi perché un’istituzione italiana? Quanti giovani pianisti vengono a studiare in Italia? Forse che non esistono anche grandi istituti musicali all’estero che producono giovani esecutori di grande qualità? Insomma un premietto autarchico che certamente non aggiunge nessun prestigio a una importante istituzione come la Fenice.
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buongiorno Kurvenal ,ma perche‘no? Un Premio destinato ai migliori diplomati Italiani e‘ riduttivo ? Puo’essere utile per capire quanto sono vivi e vegeti i pianisti Italiani e i Conservatori che li hanno formati ,avranno tempo di iscriversi ai concorsoni Internazionali .Le riporto i nomi di alcuni vincitori delle edizioni passate „L’Albo dei vincitori del Premio Venezia annovera pianisti ormai di fama nazionale e internazionale come Giuseppe Albanese, Leonora Armellini, Andrea Bacchetti, Mirco Ceci, Fiorenzo Pascalucci, Mariangela Vaccatello, Beatrice Rana, Alexander Gadjiev „ mi sembra che alcuni di questi non se la stiano cavando male ….
grazie comunque per il suo blog anche se non sempre sono d’accordo
Cordiali saluti
Massimo Giannetto
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So che molti pianisti (più o meno affermati) hanno vinto il concorso ma mi sembra che la matrice autarchica e il requisito di un diploma rendano il concorso un fatto nazionale e quindi molto riduttivo. Potrei richiamare una pubblicitá che recitava “ti piace vincere facile”…. Il confronto deve essere aperto perché vinca, nei limiti del possibile, il migliore senza vincoli amministrativi e burocratici. Insomma senza il valore legale del titolo. Grazie per essere un mio lettore
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