Sinfonica

Tamerlano – Malibran Venezia 7 Giugno 2024


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Ci sono due modi…
. .per rappresentare l’opera barocca: quella filologica e quella rivista in chiave moderna. La prima (recitativo – aria – recitativo – aria etc.) è di difficile digestione ai nostri tempi. Al tempo della sua composizione il teatro d’opera era altra cosa, una sorta di festa globale, con lunghi intervalli, abbondanti libagioni, “intrattenimenti” nei palchi etc. Insomma una sorte di kermesse nella quale si faceva “anche” musica ma di certo non solo. Per rendere accettabile (ma difficilmente) una rappresentazione filologica è necessario un cast e una regia eccezionali, cosa che avviene molto, molto raramente.  Molto diverso l’approccio (felicissimo) di Fabio Ceresa che rovescia l’impostazione con i protagonisti seduti sul palcoscenico a interpretare i recitativi e via via protagonisti di siparietti in qualche modo (ma non troppo) correlati alle arie interpretate. E’ in questo che si scatena (letteralmente) la fantasia del regista che in un tripudio di diverse e gustosissime variazioni che spaziano nel tempo e nello spazio. E abbiamo i pupi, una scena di tradimento domestico, scene da harem, un quadretto sadomaso, un ricordo di Barbarella etc, etc, 25 quadretti di eccezionale fantasia (e anche umorismo):che ben si attagliano all’opera che è un pastiche (come spesso accadeva al tempo di Vivaldi) nel quale convivono arie di autori diversi mentre del prete rosso sono i recitativi. Una vicenda piú o meno senza senso nella quale si ritrovano tutti gli stilemi tipici del barocco. Le voci: non particolarmente felice in Bajazet di Renato Dolcini, nella norma di una buona professionalità l’Andronico di Raffaele Pe e il Tamerlano di Sonia Prima, mentre svettano Loriana Castellano e Lucia Cirillo rispettivamente Asteria e Irene. Molto buona l’orchestra barocca con la direzione di Frencesco Maria Sardelli. Un calorosissimo e meritato successo di pubblico con ripetuti richiami del cast e degli altri artefici del successo.

Bajazet Renato Dolcini
Tamerlano Sonia Prina
Asteria Loriana Castellano
Andronico Raffaele Pe
Irene Lucia Cirillo
Idaspe Valeria La Grotta
Mimes Giovanni Imbroglia, Marco Mantovani

La Fenice Orchestra
conductor Federico Maria Sardelli
director Fabio Ceresa
sets Massimo Checchetto
costumes Giuseppe Palella
light designer Fabio Barettin
video designer Sergio Metalli

 
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(Giovanni Neri 78)
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There are two ways to represent the baroque opera: the philological one and the one revised in a modern key. The first (recitative – aria – recitative – aria etc.) is difficult to digest in our times. At the time of its composition, the opera theater was something else, a sort of global celebration, with long intervals, abundant libations, “entertainment” in the boxes, etc. In short, a sort of event in which there was also music.An acceptable philological representation requires an exceptional cast and direction, which happens very, very rarely.  The (very intelligent) approach of Fabio Ceresa is very different as he reverses the approach with the protagonists sitting on the stage to interpret the recitatives and gradually protagonists of skits in some way (but not too much) related to the performed arias. It is in this approach that the director’s imagination is unleashed (literally) in a sequence of different and delicious variations that span over time and space. And we have the puppets, a scene of domestic betrayal, harem scenes, a sadomasochistic picture, a memory of Barbarella etc, etc, 25 pictures of exceptional imagination (and also humour): which are well suited to the work which is a pastiche (as often happened in Vivaldi’s time) in which arias by different authors coexist while the recitatives are by the red priest. A more or less senseless plot  in which all the typical baroque stylistic features are found. The voices: not particularly successful that  of Renato Dolcini as Bajazet, in the norm of a good professionalism Raffaele Pe’s Andronico and Sonia Prima’s Tamerlano, while Loriana Castellano and Lucia Cirillo stand out respectively as Asteria and Irene. The baroque orchestra conducted by Frencesco Maria Sardelli was very good. A very warm and deserved success with the public with repeated calls to the stage of the cast and the other creators of the success.
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