
ATTENZIONE. D’ORA IN POI PER ACCEDERE A QUESTO BLOG UTILIZZARE SOLO L’INDIRIZZO
HTTPS://KURVENAL.WORDPRESS.COM
Un giovane pianista francese…
. . di 27 anni vincitore del Čajkovskij (uno dei grandi concorsi musicali, quando ancora si faceva, oggi purtroppo per motivi politici scaduto di rango) dotato di grandi qualità. Dotato di un’eccellente tecnica (esegue ottave a velocità vertiginosa) ha la capacitá di mettere la propria tecnica al completo servizio dell’interpretazione. “Fa respirare la musica” ovvero approccia i brani eseguiti dando loro il giusto respiro (e le giuste pause!) senza mai esibire esecuzioni muscolari e puramente virtuosistiche, un male purtroppo sempre più presente nel concertismo giovanile anche a causa di concorsi (ormai più di uno al giorno!) con giurie del tutto inadeguate. Sarebbe inutile una disamina dei singoli brani eseguiti. E’ certamente da segnalare l’inizio e la conclusione del concerto con due brani brahmsiani non dei più eseguiti e soprattutto la ciaccona finale per la sola mano sinistra, una delle tante trascrizioni del celebre brano bachiano (per Brahms uno dei suoi esercizi per il piano) che conclude la partita per violino solo n.2 in re minore. Un brano certamente non da entusiasmare le folle meno avvertite ma che rivela una sensibilità musicale di alto livello e la rinuncia al tipico brano virtuosistico finale che tanto spesso esalta una sala di bocca buona. Insomma una personalità musicale che giustifica il suo trionfo al concorso Čajkovskij. Giustamente nel programma ha incluso due brani virtuosistici lisztiani (chass neige dagli studi trascendentali e la celeberrima valléè d’Obermann dagli Années de pèlerinage) ma sempre con un approccio misurato e rivolto al significato musicale dei pezzi eseguiti. Analogo discorso per Bartòk e soprattutto per la sonata di Rachmaninov che nel suo finale tanto ricorda i suoi Etudes tableaux inframmezzati da alcuni timidi approcci di fugato. Due bis: una parafrasi della celebre aria dal Samson et Dalila di Saint-Saëns “mon coeur s’ouvre à ta voix” e un brano (come poteva mancare?) lisztiano. In totale un pianista che potrà ancora ampiamente maturare (ci auguriamo di ascoltarlo anche in Beethoven) e che forse potrebbe astenersi da inutili gesti plateali che nulla aggiungono alla sua ottima prestazione (remember Michelangeli…). Grande ma non eccezionale successo del solito pubblico con i soliti carneadi che vogliono affermarsi come esperti urlando “bravo”……
Programma
Johannes Brahms Rapsodia in si minore op.79 n.1
Franz Liszt Studio trascendentale n.12 in si bemolle minore “Chasse-neige”
Franz Liszt La vallée d’Obermann
Béla Bartók Rapsodia op.1 per pianoforte solo
Sergej Rachmaninov Sonata n.1 in re minore op.28
Bach / Brahms Ciaccona in re minore (trascrizione per la mano sinistra)
PS Sono costretto ancora una volta a segnalare che commenti “anonimi” e non inviati ai “commenti” dei posts sono immediatamente cassati





