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Comincio…
. . con la sala. L’installazione di pannelli antirimbombo fonoassorbenti ha migliorato moltissimo l’acustica della sala (precedentemente una piaga terribile della sala Biagi) permettendo un ascolto di ottima qualità anche nelle ultime file. Un errore invece in una sala di dimensioni ridotte tenere aperto completamente il coperchio del piano a coda. Il pianista dovrebbe essere consapevole che il volume di suono prodotto a fonte di uno strumento come il violoncello richiede una moderazione ottenibile aprendo solo parzialmente il coperchio e moderando il volume del suono prodotto. (Nel caso in questione, però, il piano è piuttosto vetusto e ilcoperchio può essere solo chiuso o aperto) Molti pianisti (e questo in particolare) non sembrano consapevoli della sala, dell’acustica e dello strumento accompagnato. Suonano come se fossero alla Carnegie Hall in un concerto solistico. Inoltre la qualità del pianista non è stata eccelsa (eufemismo) piagata anche da molteplici note false. Un plauso incondizionato invece al violoncello di Enrico Dindo. Un bellissimo (e potente) suono, una tecnica raffinata e un’interpretazione che ha saputo estrarre dai brani eseguiti il loro significato profondo rispettando perfettamente lo stile della composizione. Certamente oggi il miglior violoncellista italiano (con tutto il rispetto verso Mario Brunello). E un plauso anche per avere eseguito brani non strettamente di repertorio. Un concerto applauditissimo dalla sala totalmente occupata e due bis: una serenata di Borodin pochissimo eseguita e la Habanera di Ravel.
Programma
L.v.Beethoven Sonata op. 69
F.,Busoni, Kultaselle
A.Dvorak, Rondò op. 94
N.J.Mjaskovskij Sonata op. 81
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